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referendum 2025

Referendum, a giugno si vota ma un piemontese su due non sa per cosa. E voi lo sapete?

Ecco quando e per cosa saremo chiamati alle urne. Sabato via alla campagna referendaria della Cgil

Referendum, a giugno si vota ma un piemontese su due non sa per cosa. E voi lo sapete?

Referendum, a giugno si vota ma un piemontese su due non sa per cosa. E voi lo sapete?

A giugno si voterà per 5 referendum ma un piemontese su due non ne sa nulla. Anche per questo, sabato in piazza Crispi si aprirà la campagna referendaria della Cgil in Piemonte. Dalle 9.30 alle 13, si alterneranno interventi dal palco, testimonianze, parole e storie a favore dei 5 sì sul lavoro e sulla cittadinanza. Interverranno, tra gli altri, lavoratrici, lavoratori, giovani al primo voto, persone migranti, pensionate e pensionati, docenti, associazioni, giuristi, personalità della cultura e dello sport ed i parenti delle vittime delle strage di Brandizzo e del Terzo Valico.

Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte, spiega perché si è deciso di partire dalla periferia: «È urgente che in questi territori le disuguaglianze vengano ricucite. E garantendo maggiori diritti e tutele sul lavoro e dimezzando i tempi per l’ottenimento della cittadinanza possiamo riuscirci». Infatti, quattro dei cinque referendum verteranno sul lavoro. È necessario ricordarlo perché, secondo un sondaggio Youtrend commissionato dalla Cgil, in Piemonte solo il 53% delle persone ha sentito parlare di almeno uno dei quesiti referendari. E solo il 43% “sicuramente” andrà a votare mentre l’11% è certo del contrario. La scommessa è quindi convincere quel 46% di indecisi ad andare alle urne, visto che perché il risultato sia valido occorre raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto.

Le urne saranno aperte domenica 8 (dalle 7 alle 23) e lunedì 9 giugno (dalle 7 alle 15). Quattro dei 5 quesiti riguardano il lavoro:

  1. Il primo quesito chiede di eliminare le norme del Jobs Act sui licenziamenti illegittimi.
  2. Il secondo quesito punta a cancellare il tetto di 6 mensilità per i risarcimenti nei licenziamenti ingiustificati nelle imprese con meno di 16 dipendenti.
  3. Il terzo quesito mira a reintrodurre l’obbligo di giustificare i contratti sotto i 12 mesi, eliminando la flessibilità attuale.
  4. Il quarto chiede di estendere la responsabilità solidale dei committenti anche per infortuni causati da rischi specifici degli appaltatori.
  5. L’ultimo quesito invece riguarda gli stranieri e propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale per richiedere la cittadinanza italiana.
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