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Il colloquio
13 Aprile 2025 - 07:15
«Mia figlia non c’entra niente con quello che combinava sua cugina a 12 anni. Mi spiace dirlo di una bambina ma lei faceva tutto da sola».
A parlare è la zia della 12enne violentata nei bagni della stazione di Porta Nuova e parte offesa di una doppia inchiesta: una, già arrivata all’udienza preliminare, vede imputato il suo presunto stupratore, un 22enne egiziano che adesso affronterà il processo abbreviato per violenza sessuale; la seconda si è allargata ad almeno altri quattro ragazzi, due maggiorenni e due minorenni, con cui la ragazzina ha avuto rapporti sessuali (a quanto pare sono tutti stranieri con trascorsi difficili). Due indagini che hanno scoperchiato molto di più dello stupro in stazione: gli atti raccontano di come il principale scalo torinese sia il luogo di ritrovo per incontri “hard”, soprattutto fra giovanissimi. Proprio come la 12enne, diventata suo malgrado il simbolo di una precocità preoccupante fra i minorenni torinesi. Anche italiani e con una famiglia alle spalle, come la protagonista di questa storia terribile.
Gli atti dell’inchiesta descrivono la 12enne come propensa «a farsi accettare e apprezzare nella compagnia mostrandosi così precoce e disponibile». Una sfumatura psicologica confermata anche dai familiari, a partire dalla cugina 16enne: «Voglio che sia chiaro, soprattutto per i miei parenti, che mia figlia non c’entra - tiene a precisare la zia della ragazzina violentata - Abbiamo ancora le chat su WhatsApp in cui mia figlia diceva “guarda che così ti metti nei guai”. Era sempre mia nipote a chiamare o a scrivere per dire cosa stava facendo». Forse, come emerso dalle indagini, lo faceva per “farsi bella” con gli amici: raccontava dei rapporti a Porta Nuova e in giro per Torino. Ma, a quanto pare, portava quei ragazzi anche a casa dei nonni: «All’inizio pensavo che fosse tutto inventato. Mi sembrava impossibile che potesse succedere davvero. Poi, invece, abbiamo scoperto che era tutto vero».
Compreso il fatto che frequentasse quotidianamente la stazione di Porta Nuova, dove la conoscevano tutti: i parenti lo hanno scoperto la sera in cui è stata violentata, quando sono andati a cercarla con la foto in mano. «Una volta è stata “beccata” a farsi video nuda e ha dato la colpa a mia figlia, che non c’entra nulla con quello che faceva la cuginetta» ribadisce la zia. Che non punta il dito contro la nipotina ma continua a difendere sua figlia: «Lei è stata messa in mezzo da tutti, tanto che l’hanno pure interrogata i carabinieri. Non è una santa e io lo riconosco ma non è mai andata “oltre”. Anche a lei piacciono i ragazzi ma io la seguo e so cosa fa e con chi. Ringrazio Dio che frequenta poco Porta Nuova e certe compagnie: purtroppo con i ragazzi non è sempre facile, anche per colpa dell’influenza di certa musica, come la trap».
Avete provato a parlare in famiglia di questa situazione? «Certo, ho cercato di confrontarmi con mia sorella ma, dopo questa vicenda, ci siamo allontanati». In questa fase hanno troncato qualunque rapporto: «A Natale non ci siamo visti e probabilmente non ci vedremo neanche a Pasqua. Ormai credo che sia difficile ricostruire un rapporto fra di noi, questa brutta storia è troppo dura per rimettere insieme la famiglia».
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