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L'inchiesta
10 Aprile 2025 - 06:20
Ha avuto «svariati rapporti sessuali», ricordati con «serenità» ed elencati distinguendo fra «congiunzioni estemporanee, rapporti più stabili e frequentazioni non sviluppate in contatti sessuali». Tutto a soli 12 anni di età, con l’obiettivo di essere popolare fra i suoi coetanei. E, quasi sempre, con Porta Nuova e piazza Carlo Felice come luogo di ritrovo. Fino alla violenza sessuale dello scorso 26 luglio, proprio nei bagni della stazione più frequentata della città.
Si arricchisce di un nuovo capitolo la terribile storia della 12enne torinese stuprata da un ragazzo egiziano di 22 anni, che affronterà il processo con il rito abbreviato dopo che il pubblico ministero Barbara Badellino ha respinto la richiesta di patteggiamento.
Lo stupro nei bagni
Come ricostruito, il 26 luglio i due protagonisti di questa storia si incontrano e si appartano nei bagni della stazione torinese. Poco dopo, due passanti sentono dei gemiti maschili e avvisano gli agenti della polizia ferroviaria, che intervengono e trovano i due ragazzi nel mezzo del rapporto sessuale. Chiedono loro l’età e, dopo aver sentito le risposte, fanno scattare le manette per il ragazzo: l’accusa è atti sessuali con una minorenne.
Lui, però, si difende da subito e poi nei successivi interrogatori: «Lei sembrava più grande - ha spiegato con accanto il suo avvocato, Stefania Giordano - Abbiamo preso un gelato, poi è stata lei a dire di andare in bagno insieme». Lo dice anche la ragazzina, all’inizio. Poi cambia versione: lui l’avrebbe costretta a fumare marijuana e a consumare il rapporto «altrimenti ti faccio del male», mettendole anche una mano sulla bocca. Per questo la pm Badellino ha poi contestato al 22enne la violenza sessuale aggravata, anche perché la ragazza è di 2 anni sotto l’età del consenso (quindi il suo parere non conta ed è uno stupro a prescindere). Poi, dopo sei mesi, ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio del ventenne: ieri si è tenuta l’udienza preliminare e il giovane egiziano ha chiesto e ottenuto di affrontare il processo con il rito abbreviato. Intanto ha versato alla 12enne un risarcimento di mille euro.
Gli altri rapporti
Per questa vicenda il 22enne egiziano è finito in carcere. E ci è rimasto anche dopo che l’avvocato Giordano ha fatto istanza al Tribunale del riesame per chiedere di rimetterlo in libertà. I giudici Stefano Vitelli, Cristiano Trevisan e Giancarlo Capecchi hanno respinto la richiesta e aggiunto nuovi elementi alla vicenda di cui è protagonista la 12enne torinese: «Amici comuni avevano approfittato della propensione della minorenne a farsi accettare e apprezzare nella compagnia mostrandosi così precoce e disponibile» si legge nell’ordinanza dei giudici, che hanno aggiunto come la persona offesa non abbia «nascosto di fare uso saltuario di “fumo”». Una tendenza confermata dai familiari, tra cui una cugina 16enne che si è “auto accusata” di aver spinto la ragazzina a concedersi per ottenere maggiore popolarità fra gli amici.
I magistrati hanno poi ricostruito tutti gli altri episodi, finiti in modo “pacifico”. Ma, sempre per la giovanissima età della protagonista, la pm Badellino ha aperto un altro fascicolo d’inchiesta insieme ai colleghi della Procura dei minori. Sotto accusa ci sono due maggiorenni e due minorenni che avrebbero avuto rapporti sessuali con la 12enne: ora la magistrata ha richiesto di sottoporre la ragazzina a un incidente probatorio, in modo da sentire la sua versione dei fatti nel dettaglio.
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