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Premi letterari
15 Aprile 2025 - 18:32
Alla Camera di Commercio di Roma, prima dell'annuncio dei dodici finalisti del Premio Strega 2025, la scrittrice Melania Mazzucco, presidente del Comitato direttivo del Premio, ha offerto un’analisi lucida e critica dei testi candidati, tracciando una mappa della narrativa italiana contemporanea.
Mazzucco ha esordito sottolineando come gli 81 libri candidati quest'anno – pubblicati tra il 1° marzo 2024 e il 28 febbraio 2025 – rappresentino una pluralità di generi e generazioni, ma non di origini. Solo due autori non nati in Italia: un dato che rivela quanto la letteratura nazionale resti ancora poco permeabile alle voci straniere, pur riflettendo una società sempre più multiculturale.
Dei candidati, 51 sono uomini e 30 donne. L’autore più giovane ha 21 anni, ma la maggioranza ha superato i quarant’anni. In termini di generi letterari, la prosa contemporanea è esplorata in ogni sua declinazione: romanzo, memoir, non-fiction, graphic novel, romanzo biografico, giallo, noir, thriller, distopico. Ancora assente il genere fantasy.
A dominare è la narrazione dell’“io”: auto-fiction, autobiografie di personaggi noti del giornalismo, dello sport o dell’editoria. Opere spesso autocelebrative, dove la figura dello scrittore – reale o immaginario – torna come protagonista nevrotico, bloccato dal fallimento, incapace di trasformare la propria vicenda in saga o epopea. Prevale invece un percorso intimista, domestico, quasi claustrofobico.
Molti autori si propongono nella condizione di figli o nipoti, in una reiterata ricerca del padre – naturale o simbolico. Spesso il padre è un imprenditore geniale ma destinato al fallimento, emblema della crisi industriale contemporanea. Ma si affacciano anche nuove dinamiche genitoriali: padri giovani e impreparati, madri mature schiacciate dalla pressione sociale della maternità.
Per la prima volta è stato candidato un memoir saffico, in cui l’autrice rivendica la propria appartenenza a una minoranza oppressa. In queste opere, il realismo si mescola a elementi fantastici, simbolici, magici. Le famiglie tradizionali sono spesso ritratte come ambienti tossici, colmi di segreti, mentre la salvezza dei più giovani passa attraverso la distanza fisica e geografica.
La narrativa storica attraversa epoche disparate – dal Rinascimento al nazismo – ma è cresciuto in modo notevole il filone della narrativa partigiana. In quest'ultimo sono ricorrenti le strutture teatrali, i toni enfatici e le maschere ideologiche: il partigiano e il fascista come archetipi. Emergono anche storie ispirate alla cronaca nera, al terrorismo degli anni di piombo. Per l'attualità spiccano i racconti delle tragiche vicende intorno a Gaza.
La geografia narrativa è ancora fortemente italiana, con Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Venezia, Bari e Trieste in primo piano. Ma c’è anche spazio per la provincia misteriosa, le isole (soprattutto la Sicilia, meno la Sardegna), e qualche incursione all’estero: Lisbona, Londra, Buenos Aires, Pechino, le Orcadi, la Libia, l’Etiopia, Mogadiscio.
Un leitmotiv ricorrente è quello della salute mentale: depressione, crisi psichiche, manicomio, farmacologia, cliniche, dipendenze. La follia è demistificata, ma non negata. Il ricorso a psicofarmaci è quasi la norma, segno di una consapevolezza diffusa: il disagio mentale è oggi emergenza sociale ma anche letteraria.
Sul piano stilistico, vi è la predominanza di un italiano medio, spesso televisivo, con dialoghi asciutti e frasi brevi. La Mazzucco, come rappresentante della giuria di selezione, ha sottolineato come, a tal proposito, sono stati premiati quei testi che mostrano una maggiore consapevolezza linguistica e sperimentazione. Il dialetto, di solito usato come ornamento folkloristico, diventa talvolta scelta espressiva consapevole, voce comica e polemica delle radici in un mondo globalizzato.
Per questa edizione, l’intento della giuria è stato quello di premiare dodici opere capaci di spingersi oltre i confini del genere, evitando stereotipi e cliché, per raccontare storie inedite e necessarie. Storie che restituiscono un’immagine dell’Italia complessa, frantumata, ma ancora fertile di narrazioni.
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