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Premi letterari

Melania Mazzucco: “La narrativa italiana riflette il presente, ma resta chiusa alle voci nuove”

Alla presentazione del Premio Strega 2025, un ritratto della narrativa contemporanea: tra autofiction e salute mentale

Melania Mazzucco: “La narrativa italiana riflette il presente, ma resta chiusa alle voci nuove”

Alla Camera di Commercio di Roma, prima dell'annuncio dei dodici finalisti del Premio Strega 2025, la scrittrice Melania Mazzucco, presidente del Comitato direttivo del Premio, ha offerto un’analisi lucida e critica dei testi candidati, tracciando una mappa della narrativa italiana contemporanea.

Un panorama variegato, ma ancora omogeneo per provenienza

Mazzucco ha esordito sottolineando come gli 81 libri candidati quest'anno – pubblicati tra il 1° marzo 2024 e il 28 febbraio 2025 – rappresentino una pluralità di generi e generazioni, ma non di origini. Solo due autori non nati in Italia: un dato che rivela quanto la letteratura nazionale resti ancora poco permeabile alle voci straniere, pur riflettendo una società sempre più multiculturale.

Numeri e tendenze

Dei candidati, 51 sono uomini e 30 donne. L’autore più giovane ha 21 anni, ma la maggioranza ha superato i quarant’anni. In termini di generi letterari, la prosa contemporanea è esplorata in ogni sua declinazione: romanzo, memoir, non-fiction, graphic novel, romanzo biografico, giallo, noir, thriller, distopico. Ancora assente il genere fantasy.

Il trionfo dell’autofiction

A dominare è la narrazione dell’“io”: auto-fiction, autobiografie di personaggi noti del giornalismo, dello sport o dell’editoria. Opere spesso autocelebrative, dove la figura dello scrittore – reale o immaginario – torna come protagonista nevrotico, bloccato dal fallimento, incapace di trasformare la propria vicenda in saga o epopea. Prevale invece un percorso intimista, domestico, quasi claustrofobico.

Molti autori si propongono nella condizione di figli o nipoti, in una reiterata ricerca del padrenaturale o simbolico. Spesso il padre è un imprenditore geniale ma destinato al fallimento, emblema della crisi industriale contemporanea. Ma si affacciano anche nuove dinamiche genitoriali: padri giovani e impreparati, madri mature schiacciate dalla pressione sociale della maternità.

La novità del memoir saffico

Per la prima volta è stato candidato un memoir saffico, in cui l’autrice rivendica la propria appartenenza a una minoranza oppressa. In queste opere, il realismo si mescola a elementi fantastici, simbolici, magici. Le famiglie tradizionali sono spesso ritratte come ambienti tossici, colmi di segreti, mentre la salvezza dei più giovani passa attraverso la distanza fisica e geografica.

Storia e cronaca, tra partigiani e Gaza

La narrativa storica attraversa epoche disparate – dal Rinascimento al nazismo – ma è cresciuto in modo notevole il filone della narrativa partigiana. In quest'ultimo sono ricorrenti le strutture teatrali, i toni enfatici e le maschere ideologiche: il partigiano e il fascista come archetipi. Emergono anche storie ispirate alla cronaca nera, al terrorismo degli anni di piombo. Per l'attualità spiccano i racconti delle tragiche vicende intorno a Gaza.

Un’Italia raccontata tra grandi città e province misteriose

La geografia narrativa è ancora fortemente italiana, con Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Venezia, Bari e Trieste in primo piano. Ma c’è anche spazio per la provincia misteriosa, le isole (soprattutto la Sicilia, meno la Sardegna), e qualche incursione all’estero: Lisbona, Londra, Buenos Aires, Pechino, le Orcadi, la Libia, l’Etiopia, Mogadiscio.

Il tema della follia come leitmotiv

Un leitmotiv ricorrente è quello della salute mentale: depressione, crisi psichiche, manicomio, farmacologia, cliniche, dipendenze. La follia è demistificata, ma non negata. Il ricorso a psicofarmaci è quasi la norma, segno di una consapevolezza diffusa: il disagio mentale è oggi emergenza sociale ma anche letteraria.

Lingua e stile: tra ricerca e ripetizione

Sul piano stilistico, vi è la predominanza di un italiano medio, spesso televisivo, con dialoghi asciutti e frasi brevi. La Mazzucco, come rappresentante della giuria di selezione, ha sottolineato come, a tal proposito, sono stati premiati quei testi che mostrano una maggiore consapevolezza linguistica e sperimentazione. Il dialetto, di solito usato come ornamento folkloristico, diventa talvolta scelta espressiva consapevole, voce comica e polemica delle radici in un mondo globalizzato.

La direzione della giuria: oltre gli stereotipi

Per questa edizione, l’intento della giuria è stato quello di premiare dodici opere capaci di spingersi oltre i confini del genere, evitando stereotipi e cliché, per raccontare storie inedite e necessarie. Storie che restituiscono un’immagine dell’Italia complessa, frantumata, ma ancora fertile di narrazioni.

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