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Cronaca
15 Aprile 2025 - 21:50
Furto
Non serve una siringa, né una pistola puntata alla tempia. Basta un soffio in faccia, o un sorso di troppo, per trasformare un turista ignaro in ubbidiente, pronto a consegnare soldi, carte di credito e persino a prelevare denaro dai bancomat senza opporre resistenza.
Il nome di questa sostanza è scopolamina, nota anche come burundanga, ed è uno dei più inquietanti strumenti di manipolazione mentale usati nei paesi del Sud America. A metterla sotto i riflettori, ancora una volta, è un caso tragico: la morte del giovane ricercatore italiano Alessandro Coatti a Santa Maria, in Colombia, su cui gli inquirenti non escludono l’ipotesi legata a questa droga.
Estratta da piante come lo stramonio, appartenente alla famiglia delle Solanacee, la scopolamina è da tempo conosciuta in campo medico per il trattamento del mal d’auto, dei crampi intestinali e come sedativo pre-operatorio. Ma a dosi elevate, come spiega il professor Orazio Cantoni, presidente della Società Italiana di Tossicologia, i suoi effetti cambiano radicalmente:
“Può indurre amnesia, suggestionabilità estrema e una perdita totale della capacità di autodeterminazione.”
Questo spiega perché la criminalità la sfrutta per rapinare i turisti. I malintenzionati soffiano la sostanza in viso o la aggiungono alle bevande. Nel giro di pochi minuti, la vittima diventa completamente manipolabile. I ladri la accompagnano ai bancomat, la guidano nei prelievi, la svuotano. E al risveglio, l’unico ricordo è un vuoto.
Il fenomeno è talmente diffuso che ha già un nome: “il viaggio del milione di dollari”, con riferimento alla cifra che la criminalità riesce a estorcere ogni anno usando questa tecnica.
“La vittima non solo non si oppone,” continua Cantoni, “ma spesso ringrazia i propri rapinatori, completamente ignara di ciò che sta accadendo.”
A rendere tutto più inquietante è la quasi impossibilità di accorgersi della sostanza: la scopolamina non ha odore né sapore, e non altera il colore dei liquidi. Tra gli altri effetti segnalati ci sono tachicardia, visione offuscata, palpitazioni e arrossamenti della pelle.
Uno degli aspetti più pericolosi è l’amnesia retrograda che può indurre: la vittima non ricorda cosa è accaduto, né chi lo ha fatto.
“In ambito clinico,” sottolinea Cantoni, “questo effetto può persino essere utile, per evitare al paziente il ricordo di un intervento chirurgico. Ma in contesto criminale, impedisce qualsiasi possibilità di denuncia efficace.”
Gli effetti della scopolamina tendono a scomparire in poche ore, ma in caso di dosi elevate si può arrivare a stati di delirio, paralisi, e persino alla morte. Il confine tra uso farmacologico e abuso criminale è sottilissimo, e spesso, letale.
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