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Caso Meta
16 Aprile 2025 - 11:30
Foto di repertorio
Nel silenzio delle trattative riservate, Mark Zuckerberg aveva tentato il colpo: un’offerta da 450 milioni di dollari per mettere a tacere l’incombente causa per monopolio intentata dalla Federal Trade Commission. Era la fine di marzo e l’idea era chiara – chiudere tutto prima dell’apertura del processo contro Meta, iniziato lunedì.
A riportarlo è il Wall Street Journal, che cita fonti ben informate. Ma la proposta del CEO non ha fatto breccia: troppo bassa, decisamente fuori scala rispetto alle richieste della FTC, che puntava a un risarcimento da 30 miliardi di dollari.
Zuckerberg, secondo le indiscrezioni, si sarebbe mosso contando anche su un possibile sostegno di Donald Trump, nella speranza che l’ex presidente potesse esercitare una qualche influenza sull’andamento della vicenda. Un calcolo politico che però si è rivelato errato: l’appoggio non è mai arrivato.
Con l’approssimarsi dell’udienza, le posizioni si sono irrigidite. L’agenzia federale aveva fatto sapere di non voler scendere sotto i 18 miliardi per un eventuale accordo extragiudiziale. Meta, al contrario, si è spinta al massimo fino a sfiorare il miliardo. Troppo poco.
Ora si apre il processo, e con esso un nuovo capitolo per il gigante dei social media. Una sfida legale che potrebbe riscrivere i confini del potere digitale negli Stati Uniti.
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