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Salute e prevenzione
16 Aprile 2025 - 19:30
La tomografia computerizzata, nota anche come TC o TAC, rappresenta uno strumento essenziale nella diagnostica medica moderna. Tuttavia, un nuovo studio solleva preoccupazioni sull’abuso di questo esame, a causa dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti, che potrebbe contribuire in maniera significativa all’incidenza di tumori.
Secondo una ricerca condotta dalla University of California di San Francisco, pubblicata sulla rivista JAMA Internal Medicine, l’eccessivo ricorso alla TC potrebbe essere responsabile di circa il 5% dei casi di cancro diagnosticati ogni anno. Le radiazioni impiegate, infatti, sarebbero in grado di provocare tumori al polmone, al seno e altre forme oncologiche, ponendosi come fattori di rischio al pari di abitudini nocive come l’abuso di alcol o l’eccesso di peso corporeo.
La crescita nell’uso della tomografia è notevole: dal 2007, negli Stati Uniti il numero di esami effettuati annualmente è aumentato del 30%. Particolarmente vulnerabili risultano essere i neonati, seguiti da bambini, adolescenti e, in misura minore, anche gli adulti.
“La TAC è un esame prezioso e insostituibile in molti casi – chiarisce la dottoressa Rebecca Smith-Bindman, autrice principale dello studio – ma viene spesso utilizzata anche quando non è clinicamente necessaria, esponendo i pazienti a rischi evitabili”.
Lo studio ha preso in considerazione 93 milioni di esami TC effettuati nel solo 2023 su oltre 61 milioni di cittadini statunitensi, il 4,2% dei quali erano bambini. I dati sono allarmanti: si stima che da questi esami deriveranno nel tempo circa 103.000 nuovi casi di tumore, una cifra tre o quattro volte superiore rispetto alle precedenti valutazioni. Gli adulti tra i 50 e i 59 anni risultano il gruppo più colpito: per le donne si prevedono 10.400 casi, per gli uomini 9.300. Particolarmente esposti sono anche i bambini sottoposti all’esame nel primo anno di vita, con un rischio dieci volte superiore rispetto agli altri soggetti analizzati.
La conclusione è chiara: “Se il numero di TAC continuerà ad aumentare e le dosi di radiazione rimarranno invariate, potremmo trovarci a fronteggiare un’incidenza ancora più alta di tumori collegati direttamente a questi esami – avverte l’autrice”.
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