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Dopo la tempesta
19 Aprile 2025 - 16:00
Il ciclone Hans ha lasciato il suo segno indelebile sul territorio cuneese, portando con sé una scia di distruzione. Mentre i rischi idraulici e idrogeologici sembrano attenuarsi, le ferite inflitte dal passaggio del ciclone sono ancora ben visibili, con strade chiuse e frane che ostacolano la viabilità e la vita quotidiana.
La sala operativa provinciale di Cuneo è stata il cuore pulsante della risposta all'emergenza, operando ininterrottamente per 24 ore, dalla mezzanotte di mercoledì a quella di giovedì. Un impegno incessante che ha visto coinvolti la Protezione civile, la Polizia faunistica venatoria e i cantonieri, tutti uniti nello sforzo di monitorare e gestire una situazione critica. Nonostante gli sforzi, alcune strade provinciali rimangono chiuse o soggette a restringimenti di carreggiata, tra cui la provinciale 51 in località Riforno a Mango, la 204 in località San Grato a Santo Stefano Belbo, la 230 tronco diramazione Trezzo Tinella, la 281 a Lequio Berria-Borgomale, la 291 guado a Sinio, la 357 al bivio con la sp 116 in località Albaretto a Macra. La provinciale 439 a Monesiglio è aperta solo a senso unico alternato.
Il presidente della provincia di Cuneo, Luca Robaldo, ha espresso la sua gratitudine verso tutti coloro che hanno lavorato instancabilmente per fronteggiare l'emergenza. In un messaggio video, Robaldo ha sottolineato i gravi problemi riscontrati, soprattutto in alta Langa e nelle valli alpine, dove le frane e qualche esondazione hanno messo a dura prova le infrastrutture locali. Le sue parole non sono solo di ringraziamento, ma anche di appello: "È chiaro che serve a tutte le province un maggiore aiuto, anche economico, da parte di governo e regioni. Avvieremo questa riflessione nei prossimi giorni, confidando di trovare ascolto".
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