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L'inchiesta
20 Aprile 2025 - 06:00
Arrivano dall’Ungheria o dalla Romania. Ma anche da Spagna e Francia. Viaggiano per 24 ore, anche 30 o di più. Destinazione, i macelli sparsi per l’Italia. E quindi le nostre tavole: è il “viaggio della morte” di circa 660mila agnelli, stando alla Banca dati nazionale dell’Anagrafe Zootecnica. Una crudeltà che associazioni come Essere Animali vogliono bloccare: «Serve una legge che vieti questi viaggi lunghissimi e pieni di sofferenze».
Il picco di Pasqua
A marzo dello scorso anno, in Italia, sono stati macellati oltre 328 mila agnelli, per un totale di 1,5 milioni in tutto il 2024. Di questi, 470mila arrivavano da Ungheria e Romania, i principali Paesi di provenienza, con altri 191mila trasportati da Spagna e Francia: «Si tratta di viaggi su lunga distanza, che durano anche 24-30 ore e che purtroppo provocano agli animali un’ulteriore lunga sofferenza prima di arrivare al macello» spiegano dall’associazione animalista.
I volontari effettuano controlli su questi trasporti a Natale e a Pasqua, riuscendo spesso a salvare gli agnellini più malridotti. Come Nino, di cui raccontiamo la storia qui sotto.
I problemi sono sempre gli stessi e «mai affrontati adeguatamente dalle autorità»: sovraffollamento, animali incastrati nelle partizioni e schiacciati gli uni sugli altri, agnellini così in sofferenza da dover essere abbattuti sul posto, com’è accaduto nel 2023. «Spesso animali non svezzati e già cresciuti vengono costretti a viaggiare assieme, su camion non adeguati e non forniti di beverini specifici per gli ovini, costringendoli così a viaggi eterni senza cibo né acqua, esposti alle intemperie».
Essere Animali vuole interrompere definitivamente questi trasporti, anche alla luce della crescente sensibilità degli italiani: sempre secondo l’Anagrafe Zootecnica, il consumo di carne di agnello nel nostro Paese è diminuito di oltre 3 milioni di individui dal 2010 a oggi e di 400 mila dal 2023 a oggi. Secondo un sondaggio di YouGov condotto nel 2023, inoltre, il 46% degli intervistati afferma di aver smesso per un’istintiva tenerezza nei confronti di questi animali e il 35% perché ha preso coscienza delle condizioni in cui gli agnelli vengono allevati.
Non solo gli agnelli
Da questa situazione è partita, nel 2021, una campagna contro il trasporto di animali vivi, arrivata al Parlamento italiano ed europeo. Intanto la petizione online ha ricevuto il sostegno di oltre 86mila persone che chiedono di mettere fine a queste tratte. Attualmente la Commissione europea ha proposto una nuova legge sul trasporto di animali vivi, che è oggetto di revisione da parte di Stati Membri e Parlamento europeo, chiamati ad esprimersi entro la fine del 2025.
«Purtroppo, però, la proposta non è sufficiente a proteggere gli animali durante questa fase così delicata ed è per questo che abbiamo chiesto agli europarlamentari italiani e al nostro Governo di garantire una normativa più completa ed efficace» afferma Chiara Caprio, responsabile relazioni istituzionali a Essere Animali. Anche perché «purtroppo gli agnelli sono solo la punta dell’iceberg: l’Italia importa anche vitelli non svezzati e suinetti da altri paesi dell’Unione europea, con viaggi lunghissimi e pieni di sofferenze».
Essere Animali e le altre associazioni per la tutela degli animali hanno richieste chiare: «Riduzione drastica delle ore di viaggio, divieto dei trasporti verso paesi extra europei e di quello su lunga distanza - elenca Caprio - Quella che abbiamo davanti è un’occasione storica per mettere fine alle crudeltà dei trasporti e migliorare le leggi a tutela degli animali. Governo italiano e Parlamento europeo devono fare la loro parte come chiesto da milioni di cittadini che hanno a cuore il trattamento degli animali, anche quelli allevati a scopo alimentare».
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