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Cronaca
24 Aprile 2025 - 16:35
Paolo Ferrante
In un mondo dove l'immagine è tutto, la linea sottile tra l'arte e l'abuso può diventare pericolosamente sfocata. È il caso di Paolo Ferrante, fotografo di 46 anni e titolare dell'agenzia di moda Mia Models Italian Academy, il cui nome è recentemente balzato agli onori della cronaca per motivi lontani dalle performance artistiche. Accusato di aver abusato di cinque modelle nel suo studio di Corneliano, Ferrante è stato al centro di un intricato caso giudiziario che ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e l'etica nel mondo della moda.
Nei giorni scorsi, il Tribunale del riesame ha deciso di concedere a Ferrante gli arresti domiciliari, una decisione che ha suscitato non poche polemiche. La richiesta, avanzata dall'avvocato Roberto Ponzio, era stata inizialmente respinta dalla giudice Beatrice Bonisoli del Tribunale di Asti. La Bonisoli aveva motivato il suo "no" con l'inadeguatezza della misura degli arresti domiciliari, che non avrebbe garantito la prevenzione di una possibile recidiva e l'inquinamento probatorio. Tuttavia, il Tribunale del riesame ha ribaltato questa decisione, permettendo a Ferrante di lasciare il carcere di Torino.
L'accusa di violenza sessuale, anche di gruppo, arriva dopo il progetto del fotografo di girare un cortometraggio contro la violenza di genere. Un'iniziativa che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto sensibilizzare su un tema delicato, ma che si è trasformato in un incubo per le modelle coinvolte. Le indagini, avviate dalla Procura di Asti, hanno portato alla luce un quadro inquietante, con numerose vittime che hanno trovato il coraggio di denunciare gli abusi subiti.
Le indagini sono iniziate a seguito della denuncia di una delle vittime, un atto di coraggio che ha aperto la strada a molte altre giovani donne. Ad essere raccontate sono state dunque esperienze simili, vissute nello stesso studio tra febbraio 2023 e aprile dello scorso anno. Oltre a Ferrante, le indagini coinvolgono anche Daniele Ferrero, un collega braidese di 36 anni, aggiungendo un ulteriore livello di complessità a un caso già di per sé intricato.
Il caso Ferrante solleva questioni cruciali sulla protezione delle modelle e sulla responsabilità degli operatori del settore. In un ambiente dove la vulnerabilità può essere facilmente sfruttata, è fondamentale che le istituzioni e le agenzie di moda adottino misure rigorose per garantire la sicurezza e il benessere di chi vi lavora.
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