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Cosa sappiamo dei 10 i cardinali papabili, ecco chi sale e chi scende

Conclave anti italiano? Cala Parolin, resistono solo Pizzaballa e Zuppi - L'elenco completo

Cosa sappiamo dei 10 i cardinali papabili, ecco chi sale e chi scende

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Se a votare in Conclave fossero solo i cardinali europei, il nuovo papa sarebbe lo svedese Andres Arborelius. Ma i “giochi” sono ancora aperti, anzi, apertissimi. I cardinali (che tra loro si conoscono poco) non sono ancora tutti a Roma e durante le congregazioni generali si conosceranno meglio. Intanto sono una ventina i porporati giudicati papabili, almeno sulla carta e, ad ascoltare i rumors che si percepiscono all’interno delle mura leonine, sembra che la candidatura Arborelius tenga, almeno per ora. L’arcivescovo di Stoccolma è giunto a Roma come outsider e a chi lo indicava come un Papa probabile, ha risposto: «Questa mi sembra davvero un’ipotesi fantasiosa». Ma non è così, ecco perché. In una Svezia dove i cattolici sono l’1,5% della popolazione, lui ha fatto miracoli, operando numerose conversioni. Quando papa Francesco si recò a Lund, a celebrare il 500esimo anniversario della riforma luterana, conobbe quel vescovo testardo e carismatico, stimato sia dai conservatori che dai progressisti svedesi. «Un uomo che è un modello di guida: non ha paura di nulla. Parla con tutti e non è contro nessuno. Punta sempre al positivo. Credo che una persona come lui possa indicare la strada giusta da seguire», disse di lui Bergoglio. Consacrato vescovo da Giovanni Paolo II nel dicembre 1998. Dal 2005 al 2015 Arborelius è stato presidente della Conferenza episcopale della Scandinavia. Cardinale dal 2017, ha una laurea in lingue moderne all’università di Lund e in teologia e filosofia a Bruges e a Roma.

Per i 30mila cattolici caldei che venivano dall’Iraq e dalla Siria, Arborelius, che appartiene all’ordine dei Carmelitani, ha acquistato tre ex chiese luterane dismesse. Poliglotta, parla correntemente inglese, francese, spagnolo, coreano, italiano e vietnamita. «La società svedese tende ad essere molto segregata tra svedesi e immigrati - ha dichiarato recentemente -, ma se siamo disgregati anche tra noi non è un buon segno. Dobbiamo dimostrare che siamo uniti in Cristo e che ci preoccupiamo gli uni degli altri, che ci rispettiamo e impariamo reciprocamente». Progressista da un lato, ma è rigorosamente fedele alla dottrina cattolica, è favorevole al celibato dei preti e contro gli eccessi del movimento LGBTQ+. Perde punti, invece, il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, decisamente osteggiato dai conservatori e accusato di aver cantato in pubblico “Imagine” di John Lennon, giudicata una canzone atea. Poca cosa, ma la dice lunga sull’attività dei “corvi” che cercano di compromettere la sua candidatura. L’aria che si respira, come nello scorso Conclave, sembra essere anti-italiana. Sono emerse pesanti perplessità su Pietro Parolin («Troppo abile come Segretario di Stato per poter fare il Papa») e nella top-ten gli italiani che tengono, sono Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme (in crescita e considerato un abile negoziatore) e l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi (stabile), sostenuto dai progressisti della Comunità di Sant’Egidio, ma anche con ottime relazioni nell’Opus Dei. Compare tra i primi cinque papabili, anche il nome del più giovane cardinale del Sacro Collegio, Mykola Bychok, 45 anni, Eparca dei Santi Pietro e Paolo di Melbourne degli ucraini.

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