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USA
02 Maggio 2025 - 07:30
Un giudice federale del Texas ha bloccato in via definitiva l’utilizzo da parte del governo statunitense della cosiddetta Legge sui nemici stranieri del 1798 per l’espulsione di un gruppo di detenuti venezuelani. La sentenza, firmata dal giudice Fernando Rodriguez — nominato durante il primo mandato del presidente Donald Trump — fa seguito a un ricorso presentato da alcuni dei migranti interessati e giunge dopo che la Corte Suprema aveva già sospeso provvisoriamente le deportazioni.
Al centro della controversia vi è il tentativo dell’amministrazione Trump di invocare una norma risalente alla fine del Settecento, originariamente concepita per periodi di guerra, al fine di rimpatriare centinaia di cittadini venezuelani. Secondo l’accusa, questi ultimi sarebbero affiliati al Tren de Aragua, una potente organizzazione criminale attiva in America Latina.
Il giudice Rodriguez ha tuttavia stabilito che tale strumento legale non è più applicabile al contesto attuale e ha vietato espressamente al governo l’uso della legge del 1798 per giustificare le espulsioni. Nella sua decisione, il magistrato sottolinea l’incompatibilità tra lo spirito originario della norma, concepita in un’epoca di tensioni belliche, e il suo impiego in un contesto migratorio moderno.
Nonostante il divieto, il governo conserva comunque la possibilità di procedere con i rimpatri attraverso canali alternativi. Il giudice ha infatti precisato che le eventuali espulsioni potranno essere effettuate nel rispetto dell’Immigration and Nationality Act del 1965, la principale legge federale che regola l’ingresso e la permanenza degli stranieri negli Stati Uniti.
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