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Lo studio della Bocconi
05 Maggio 2025 - 20:45
Ludopatia e gioco d'azzardo
Uno studio dell’Università Bocconi sulla sanità piemontese - un documento tecnico propedeutico all’elaborazione del nuovo piano socio-sanitario regionale - riporta un aumento del 40% di pazienti affetti da patologie azzardo-correlate in Piemonte a partire dal 2021. Il dato è stato reso noto ieri dal consigliere del Pd Domenico Rossi che accusa l'assessore alla sanità Riboldi di averlo tenuto nascosto. "Proprio nel 2021 - sottolinea Rossi - la giunta Cirio abrogò la precedente norma, voluta dalla maggioranza di centro sinistra nel 2016 per limitare l’eccesso di offerta, che aveva portato benefici ai cittadini sia sul piano del volume di gioco sia su quello del contrasto alla dipendenza. Nel primo caso, secondo i report forniti da IRES e dallo stesso assessorato, i volumi del gioco fisico e, di conseguenza, le relative perdite avevano visto una costante diminuzione: -272 milioni nel 2017, -225 milioni nel 2018, - 77 milioni del 2019, -2.134 milioni nel 2020.
Un trend che si interrompe bruscamente nel 2021 con la nuova norma che fa registrare un +336 milioni di euro giocati. Nel secondo, dall’entrata in vigore della legge 2016, infatti, si registrò una riduzione del 20% dei pazienti in carico ai servizi sanitari piemontesi per dipendenza dal gioco mentre nelle regioni limitrofe il fenomeno era in aumento: +10% in Lombardia, +29% in liguria, +24% in Emilia Romagna. "Si tratta di un dato - conclude Rossi - che non solo non va nascosto, ma su cui chiederemo un’informativa urgente in commissione per fare chiarezza e capire i dettagli di questo aumento: chi ne è maggiormente colpito? Quali attività comprende: il gioco on line o quello off line? Ma soprattutto, quali azioni sta mettendo in campo regione Piemonte per arginare questa situazione che colpisce famiglie e fasce deboli della società?".
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