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Cronaca
08 Maggio 2025 - 13:00
Un piano criminale studiato nei minimi dettagli e portato avanti per anni con cinica freddezza. A Milano due uomini si sono finti ginecologi per adescare giovani donne attraverso falsi annunci di lavoro promettendo ruoli in video promozionali per una clinica ginecologica che in realtà non è mai esistita. Lunedì i carabinieri hanno arrestato Antonio Cirla, 71 anni, ex medico radiologo in pensione, e Alessandro Possati, 42 anni, imprenditore, con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. Per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Antonio Cirla, ex radiologo, ha prestato servizio presso l’azienda ospedaliera Sant’Anna di Como mentre Alessandro Possati, 42 anni, è un imprenditore veneziano, fondatore della casa di produzione “Illumina film production” e con studi in cultura e management tra la Bocconi e la Johns Hopkins University negli Stati Uniti. Secondo le indagini coordinate dal pm Antonio Pansa e dall’aggiunta Letizia Mannella, gli abusi sarebbero iniziati nel 2016. Le vittime venivano convinte a partecipare a delle presunte riprese per promuovere una fantomatica “Clinica Centro Italia”, durante le quali si svolgevano finte visite ginecologiche sfociate in atti di violenza sessuale. Le scene venivano filmate a loro insaputa in un appartamento preso in affitto in centro città e allestito per sembrare uno studio medico.
Le investigazioni sono scattate nel giugno 2024, in seguito alla denuncia di una giovane donna. Gli accertamenti successivi hanno permesso di ricostruire un sistema seriale di adescamento: dalla casella mail del finto centro clinico sono emersi i contatti con almeno 135 ragazze. Sei di loro sarebbero state effettivamente vittime di abusi durante le riprese simulate e tre avrebbero avuto più incontri nel tempo. In alcuni casi le giovani si sarebbero rifiutate di proseguire dopo aver intuito la natura della "visita". Il modus operandi prevedeva l’uso di identità femminili per contattare le ragazze via mail e rassicurarle sulla presenza di dottoresse durante le presunte visite. Le vittime venivano così ingannate con un linguaggio apparentemente professionale e con promesse di compensi. In realtà i due uomini agivano da anni in modo seriale, frequentando anche ambienti online legati alla pornografia dove con ogni probabilità condividevano parte del materiale prodotto.
Durante le perquisizioni, i carabinieri hanno sequestrato numerosi video, compreso quello che documenta una delle violenze, insieme ad altro materiale a contenuto pornografico. Il quadro emerso dalle indagini è inquietante e lascia ipotizzare che il numero delle vittime effettive possa essere più alto. Gli investigatori stanno approfondendo i contatti sospetti, compresi quelli potenzialmente avvenuti attraverso canali di comunicazione diversi dalla posta elettronica.
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