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La morte del tranviere
13 Maggio 2025 - 08:15
Sarà l’Ats a verificare se il ristorante in cui ha pranzato Davide Teruzzi, 50 anni, abbia rispettato le norme igienico-sanitarie. L’uomo, residente a Melzo e dipendente di Atm, è morto dopo un ricovero in terapia intensiva al San Raffaele. Aveva mangiato insieme a quattro colleghi in un locale convenzionato con l’azienda dei trasporti milanesi.
La tragedia ha avuto inizio domenica 4 maggio, quando Teruzzi aveva pranzato in compagnia di quattro colleghi in un ristorante situato in via Fabio Filzi, nei pressi della Stazione Centrale. Poco dopo il pasto, tutti e cinque hanno accusato un malore, sospettando un’intossicazione alimentare. Si sono quindi rivolti al pronto soccorso.
Nonostante un primo miglioramento, Teruzzi è tornato mercoledì in ospedale a causa di sintomi persistenti. Le sue condizioni si sono aggravate: è stato intubato e ricoverato in terapia intensiva al San Raffaele, dove è deceduto domenica 11 maggio.
La Procura di Milano ha disposto l’autopsia per chiarire le cause esatte della morte. Il pubblico ministero Roberta Amadeo intende accertare se il decesso sia effettivamente riconducibile a una forma di intossicazione alimentare. Gli altri quattro colleghi, invece, sono stati dimessi senza gravi conseguenze.
Parallelamente, l’Agenzia di Tutela della Salute effettuerà controlli nel ristorante per verificare eventuali violazioni delle norme igienico-sanitarie.
Teruzzi era un volto noto all’interno dell’Atm, dove lavorava dal 2001. Operava al deposito Leoncavallo e guidava i tram delle linee 5, 12 e 33. Viveva con la madre a Melzo. Sui social, colleghi e amici lo ricordano con affetto come “il gigante buono” per la sua stazza fisica e per il suo carattere solare.
“Davidone”, così era chiamato da molti, era noto per la sua simpatia e per il suo atteggiamento positivo, sempre disponibile e allegro. La sua figura non passava inosservata a bordo dei tram storici di Milano, dove portava un tocco di cordialità e umanità.
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