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Il caso
14 Maggio 2025 - 18:55
Inizialmente, anche i genitori di Chiara Petrolini erano stati coinvolti nell'indagine, tuttavia, già al momento dell'arresto della giovane a settembre, la loro posizione è stata archiviata dall'inchiesta sui due neonati, venuti alla luce e successivamente deceduti, presumibilmente a causa di un atto omicida, e sotterrati a Traversetolo, in provincia di Parma. Il Gip ha recentemente accolto la richiesta della Procura di archiviare il caso nei confronti dei genitori, i quali, assistiti dall'avvocato Nicola Tria, sono risultati ignari degli eventi. L'indagine condotta dai carabinieri ha infatti svelato che la giovane ventunenne avrebbe agito in totale autonomia.
Secondo la ricostruzione effettuata dalla Procura di Parma e dai carabinieri, Chiara avrebbe premeditato l'uccisione di entrambi i neonati: quello nato il 7 agosto 2024 e rinvenuto due giorni dopo, e il primo, nato il 12 maggio 2023, i cui resti sono stati riesumati lo scorso settembre. Per quanto riguarda il secondo figlio, la premeditazione da parte della giovane, che si trovava tra la 35esima e la 38esima settimana di gestazione al momento del parto avvenuto in taverna, sarebbe dimostrata da una serie di azioni intraprese durante la gravidanza, evidenziando una deliberata e costante volontà di provocare la morte del neonato. Tra queste azioni emerge il tentativo di occultare la gravidanza a tutti, inclusi i genitori, come risulta dalle conversazioni intercettate. Venerdì, per Chiara Petrolini è fissata l'udienza preliminare dinanzi al Gup Gabriella Orsi, in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal procuratore Alfonso D'Avino e dalla pm Francesca Arienti.
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