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Premi letterari

Il Premio Strega parla molte lingue: 25 libri, 44 idiomi, un successo globale

Dall’Europa orientale all’America Latina, un viaggio tra le traduzioni dei vincitori dello Strega dal 2000 al 2024: numeri, tendenze e mercati editoriali più ricettivi

Il Premio Strega parla molte lingue: 25 libri, 44 idiomi, un successo globale

Il Premio Strega è ormai diventato un premio letterario articolato, che non tocca più solo la sezione della narrativa, ma interessa anche il mondo della poesia, della letteratura per ragazzi, delle voci provenienti dall'estero, e da quest'anno anche del mondo della saggistica.

Ma quanto i romanzi premiati si diffondano fuori dai confini italiani attraverso le traduzioni. I risultati confermano l’esistenza di un vero e proprio "effetto Strega" anche a livello internazionale.

E' stata quindi condotta un'indagine sui 25 titoli vincitori dal 2000 al 2024, rivelando che la maggior parte di essi è stata tradotta in numerose lingue, raggiungendo anche Paesi geograficamente e culturalmente lontani. È doveroso un ringraziamento agli editori e agli agenti letterari che hanno collaborato fornendo i dati.

Metodologia e criteri adottati

Va chiarito che l’analisi non si è basata sul numero totale di edizioni, ma sulle lingue in cui le opere sono state tradotte. Ciò significa che un romanzo con più edizioni nella stessa lingua, come ad esempio in inglese britannico e americano, è stato conteggiato una sola volta. Lo stesso vale per le differenze tra versioni spagnole o portoghesi pubblicate in Europa e in America Latina.

Traduzioni nel tempo: andamento e variazioni

I dati raccolti mostrano un andamento irregolare nella diffusione linguistica dei titoli premiati. Tuttavia, il quadro generale è significativo: i libri vincitori del Premio Strega sono stati tradotti in media in 15 lingue ciascuno, per un totale di 380 traduzioni distribuite su 44 idiomi. Spicca nettamente La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, tradotto in ben 40 lingue, seguito da autori come Paolo Cognetti e Margaret Mazzantini, anch’essi molto presenti nei mercati esteri.

Un rallentamento si nota nel periodo 2009–2016, con titoli che faticano a superare la media delle traduzioni. Le cause possono essere molteplici: dalla complessità linguistica dei testi alla loro forte connotazione sociopolitica italiana.

Le lingue e le aree più ricettive

Un’ulteriore analisi ha considerato la distribuzione delle traduzioni per aree linguistiche e geografiche. Contrariamente alle aspettative, le lingue slave risultano le più attive nella ricezione delle opere vincitrici, superando persino le germaniche e le romanze, pur restando queste ultime ben rappresentate.

Quando si classificano le lingue in base alla frequenza delle traduzioni, spiccano lo spagnolo, il francese, il tedesco e, sorprendentemente, l’olandese. Quest’ultima si dimostra una delle lingue più recettive nei confronti della narrativa italiana contemporanea. Un esempio emblematico è Le otto montagne di Paolo Cognetti, divenuto un vero successo nei Paesi Bassi.

L’inglese, invece, pur presente, appare meno incisivo del previsto. Nonostante l’ondata Ferrante, nei paesi anglofoni l’attenzione verso i vincitori dello Strega non ha ancora raggiunto il potenziale che molti auspicavano.

Gli editori più attivi

Un’ultima parte dell’analisi ha riguardato gli editori stranieri che hanno pubblicato almeno tre dei titoli premiati. A dominare questa classifica sono case editrici provenienti da mercati di piccole dimensioni – come Portogallo, Lituania e Olanda – e Europa Editions, filiale anglofona delle Edizioni E/O, che pubblica nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Una curiosità: l’editore bulgaro Colibri non ha tradotto Il colibrì di Sandro Veronesi, nonostante il titolo sembri perfettamente allineato con il nome della casa editrice; il libro è invece uscito in Bulgaria per Paradox.

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