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La stretta
20 Maggio 2025 - 15:30
Le chiamate moleste non danno tregua. A lavoro, durante il pranzo, nei fine settimana: lo squillo insistente del telefono spesso annuncia l’ennesima offerta non richiesta o, peggio, un raggiro ben congegnato. L’Italia, secondo i dati della società Hiya, è il Paese europeo più colpito dal telemarketing selvaggio: si stima che ogni anno vengano effettuate circa 10 miliardi di chiamate indesiderate. Dietro seguono Francia e Spagna, ma nessuno regge il confronto con la nostra esposizione quotidiana.
Oltre al fastidio, il pericolo è concreto. Molte di queste chiamate nascondono tentativi di truffa, sempre più sofisticati. Non basta più riconoscere un numero straniero o sospetto: lo spoofing telefonico, ovvero la manipolazione del numero chiamante, consente ai truffatori di far apparire sul display numeri familiari, spesso con prefissi locali o simili a quelli usati da istituzioni o aziende.
Proprio per fronteggiare questa minaccia crescente, l’AgCom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha dato il via libera a una misura tanto attesa quanto necessaria: un filtro obbligatorio per tutti gli operatori telefonici, pensato per bloccare sul nascere le chiamate sospette. La delibera 106/25/CONS, da oggi operativa, introduce una doppia barriera tecnologica anti-spoofing.
Il funzionamento è semplice quanto ambizioso: entro tre mesi, tutti gli operatori dovranno installare un primo software capace di riconoscere e bloccare le chiamate in arrivo dall’estero che simulano numeri fissi italiani. Entro sei mesi, la seconda fase: un filtro specifico per i numeri mobili, che impedirà l’arrivo di telefonate da cellulari virtuali o inesistenti con prefisso italiano.
Lo scopo è chiaro: chiudere le porte ai call center illegali, molti dei quali operano da Paesi extra-UE, sfuggendo ai controlli nazionali. Queste centrali telefoniche, grazie allo spoofing, aggirano strumenti come il Registro delle opposizioni e si rendono invisibili ai filtri attuali, cambiando numero a ogni chiamata. Una tecnica tanto efficace quanto subdola, capace di colpire anche gli utenti più attenti.
Il filtro dell’AgCom promette ora di riportare ordine in un settore diventato terreno fertile per i cybercriminali. Non sarà la fine del telemarketing, ma rappresenta un primo, concreto baluardo contro un fenomeno fuori controllo. Una protezione attiva che potrebbe restituire a milioni di italiani un po’ di tranquillità – almeno quando squilla il telefono.
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