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La scienza conferma: i Parchi Nazionali italiani sono fondamentali per proteggere la natura

Uno studio WWF evidenzia criticità e punti di forza del sistema, sottolineando l’urgenza di rafforzare la gestione per raggiungere l’obiettivo del 30% di territorio protetto entro il 2030.

La scienza conferma: i Parchi Nazionali italiani sono fondamentali per proteggere la natura

In occasione della Giornata Europea dei Parchi, WWF Italia presenta un importante studio scientifico pubblicato su Discover Conservation (rivista del gruppo Nature) che valuta l’efficacia della gestione di tutti i Parchi Nazionali italiani, utilizzando per la prima volta una metodologia standard riconosciuta a livello internazionale. L’analisi ha l’obiettivo di verificare il contributo di queste aree protette alla conservazione della biodiversità, in vista dell’ambizioso traguardo europeo e nazionale di tutelare almeno il 30% del territorio entro il 2030, assicurando che queste aree siano protette in modo efficace e connesse ecologicamente.

Questo studio si inserisce anche nel contesto della “Primavera delle Oasi” (21 aprile - 5 giugno), periodo durante il quale WWF offre numerose esperienze immersive nelle sue 100 aree protette, culminando con la Giornata Mondiale dell’Ambiente.

I Parchi Nazionali rappresentano uno degli strumenti più efficaci per la salvaguardia dell’ambiente naturale in Italia. Alcuni di essi, come il Parco Nazionale d’Abruzzo e quello del Gran Paradiso, hanno una storia che supera il secolo, ma finora non era mai stata effettuata una valutazione sistematica della loro efficacia gestionale. Lo studio WWF, basato sulla metodologia RAPPAM (Rapid Assessment and Prioritization of Protected Areas Management), ha coinvolto 23 parchi attivi nel 2018 (a cui si è aggiunto successivamente il Parco di Pantelleria), sottoponendo a questionari dirigenti e operatori per evidenziare punti di forza e criticità, analizzando il ruolo complessivo del sistema italiano di aree protette nella conservazione della ricca biodiversità nazionale.

I risultati evidenziano alcune criticità rilevanti: la mancanza di strumenti fondamentali come i Piani del Parco, la scarsa adeguatezza nella definizione dei confini delle aree protette (sia nella forma che nelle dimensioni) e una carenza significativa di personale specializzato, in particolare figure tecniche scientifiche quali biologi e veterinari, oltre a direttori spesso assenti o inadeguatamente nominati.

Un ulteriore campanello d’allarme arriva dall’analisi di dicembre 2024, che ha rilevato come ben 10 parchi nazionali (pari al 40% del totale) non dispongano del Consiglio Direttivo, organismo essenziale per la gestione dei parchi, la cui nomina spetta al Ministero dell’Ambiente secondo la Legge Quadro sulle Aree Protette (Legge n. 304/1991). Questi limiti, combinati con crescenti minacce esterne quali cambiamenti climatici, incendi e impatti del turismo, insieme a un coordinamento nazionale ancora insufficiente, rischiano di compromettere il raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale fissati a livello globale, europeo e nazionale.

Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali di WWF Italia, sottolinea: “La Giornata Europea dei Parchi è un momento per ribadire quanto il sistema delle aree protette sia fondamentale per preservare la natura e i servizi ecosistemici da essa forniti. Allo stesso tempo, è chiaro che i nostri parchi necessitano di maggiori risorse, coordinamento e supporto per poter operare efficacemente. Ci aspettiamo che il Ministero dell’Ambiente dia seguito rapidamente alle proposte emerse dagli Stati Generali e dal Convegno WWF a Castelporziano, rafforzando la Legge Quadro e completando la creazione dei nuovi parchi, come quello della Costa Teatina e degli Iblei, oltre a potenziare le aree marine protette e i siti Natura 2000 ancora mancanti.”

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