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Automotive & Personaggi

Tavares rompe il silenzio: “Ecco perché ho lasciato Stellantis. E su Elkann...”

L’ex CEO racconta l’addio al Gruppo, parla del "suo" Filosa e svela cosa sta facendo in Portogallo

Tavares rompe il silenzio: “Filosa scelta logica. Io? Felice in Portogallo”

«Una scelta logica e credibile». Così Carlos Tavares, ex amministratore delegato di Stellantis, ha definito la nomina del suo successore Antonio Filosa, in una lunga intervista concessa a Bloomberg, la prima dopo le sue dimissioni a sorpresa dello scorso dicembre. Una scelta che, secondo il manager portoghese, potrà portare avanti la visione del gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA. «Spero che il consiglio lo supporti adeguatamente. Vedremo».

Tavares, che ha lasciato la guida del gruppo in seguito a frizioni interne con il consiglio d’amministrazione e crescenti pressioni politiche e sindacali, ha chiarito di non essere stato licenziato, ma di aver preso la decisione dopo un confronto «molto maturo» con il presidente John Elkann. «Non ho rancori», ha detto. «A un certo punto si arriva a un bivio, e si decide di separarsi».

Le frizioni emerse nel 2023 hanno trovato espressione pubblica quando Stellantis ha lanciato un profit warning a settembre, abbassando drasticamente le previsioni su margini e flussi di cassa. In particolare, i problemi si sono acuiti sul mercato nordamericano, dove il sindacato United Auto Workers (UAW) ha avviato una campagna esplicita contro la sua gestione. Alla notizia delle dimissioni, il leader sindacale Shawn Fain aveva parlato di «un passo nella giusta direzione per un’azienda mal gestita e una forza lavoro maltrattata».

Tavares ha ammesso errori di comunicazione strategica, in particolare con i concessionari americani, che «non hanno voluto sostenere le scelte che stavamo cercando di attuare. È una mia responsabilità». Secondo l’ex CEO, il settore automotive europeo si avvia verso una fase di consolidamento, inevitabile per ridurre i costi e affrontare la competizione. «Accadrà perché molte aziende saranno in difficoltà», ha detto, senza fare nomi.

Sui dazi commerciali, Tavares ha minimizzato l’allarme: «Stanno peggiorando la situazione, ma non dureranno». La sfida principale, a suo avviso, sarà la competizione con la Cina nella produzione di veicoli elettrici. L’Europa, ha affermato, dovrebbe puntare su segmenti premium, dove può ancora fare la differenza. Non è mancata una frecciata alla rivale Tesla e al suo controverso Cybertruck: «Se guardate i video degli utenti sui social, rimarrete stupiti. Hanno grandi capacità, ma non sono su un altro pianeta. Possiamo competere».

Oggi Tavares ha voltato pagina. Dalla sua terra natale, il Portogallo, dove ha deciso di tornare dopo 45 anni di carriera, gestisce una propria azienda agricola, e valuta investimenti in una compagnia aerea, nella moda, nella sanità e nell’intelligenza artificiale. Con un patrimonio personale rafforzato dai 40 milioni di dollari guadagnati tra stipendio e buonuscita, non ha fretta: «Ora faccio cinque cose al giorno invece di dodici. Ma le faccio meglio. E mi diverto di più».

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