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Puglia ed Emilia-Romagna interrompono le relazioni istituzionali con Israele, la Toscana valuta la stessa scelta

Puglia e Emilia-Romagna chiudono i canali istituzionali con Tel Aviv, Giani pronto a unirsi. Tajani replica

Puglia ed Emilia-Romagna interrompono le relazioni istituzionali con Israele, la Toscana valuta la stessa scelta

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano

Dopo il Comune di Bari, anche le regioni Puglia ed Emilia-Romagna hanno ufficialmente interrotto le relazioni istituzionali con Israele per protestare contro i bombardamenti dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Si tratta di una presa di posizione politica, non economica, visto che non sono in corso scambi commerciali attivi tra queste regioni e lo Stato israeliano. La Toscana, intanto, sta valutando di intraprendere lo stesso percorso.

A Bari tutto è cominciato a gennaio, con una mozione approvata dal consiglio comunale per chiedere al governo italiano il riconoscimento dello Stato palestinese. A quel gesto simbolico se ne è aggiunto uno ancora più diretto: il 29 maggio il sindaco Vito Leccese ha consegnato le chiavi della città a Wael Al-Dahdouh, giornalista palestinese e caporedattore di Al Jazeera a Gaza, che ha perso moglie e tre figli sotto le bombe israeliane. Lo stesso giorno, il consiglio comunale ha approvato una seconda mozione per l’interruzione dei rapporti istituzionali con Israele e il divieto di partecipazione dello Stato israeliano, in qualunque forma, alle future edizioni della Fiera del Levante, fino alla cessazione del conflitto.

Pochi giorni dopo, anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha formalizzato l’interruzione dei contatti, chiedendo a tutti gli enti regionali di astenersi da qualsiasi rapporto con rappresentanti del governo Netanyahu, se non finalizzato a mettere fine ai bombardamenti. Emiliano ha chiarito che la posizione non è contro il popolo israeliano, ma contro l’esecutivo attualmente in carica.

Una scelta simile è stata compiuta in Emilia-Romagna dal presidente Michele de Pascale, che ha dichiarato che la regione condanna Hamas, chiede la liberazione degli ostaggi e auspica la pace tra israeliani e palestinesi, ma non può restare indifferente davanti alla distruzione di Gaza. Anche il comune di Bologna ha aderito alla linea della regione.

In Toscana, il presidente Eugenio Giani ha annunciato una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina e ha in programma una proposta di legge d’iniziativa regionale da portare in Parlamento, con l’appoggio di almeno cinque regioni. Secondo alcune fonti, Giani starebbe valutando anche la possibilità di seguire la Puglia e l’Emilia-Romagna nell’interruzione dei rapporti istituzionali.

Tutte e tre le regioni coinvolte sono governate dal centrosinistra, e le loro iniziative rischiano di entrare in rotta di collisione con il governo nazionale, che ribadisce la volontà di mantenere i rapporti con Israele, seppur con crescente difficoltà. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricordato che la politica estera è una prerogativa dello Stato e non delle amministrazioni regionali. Tuttavia, i segnali politici locali si moltiplicano, riflettendo una crescente sensibilità dell’opinione pubblica e delle istituzioni territoriali sulla crisi in Medio Oriente.

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