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Salute
10 Giugno 2025 - 19:08
Negli ultimi decenni, l'Italia si è affermata come un attore di primo piano nel mercato globale dei prodotti derivati dagli squali. Tra il 2009 e il 2021, il nostro Paese ha importato quasi 98.000 tonnellate di questi prodotti, per un valore stimato di 377 milioni di dollari. Questa cifra impressionante ci posiziona al terzo posto a livello mondiale e al primo in Europa per volume e valore di tale commercio.
Molti consumatori italiani, pur inconsapevolmente, si trovano di fronte a questa realtà nel banco del pesce dei supermercati. Tranci di verdesca, palombo, smeriglio, spinarolo e gattuccio sono presenze comuni, spesso consumate come parte della tradizione culinaria. Tuttavia, queste specie rappresentano solo una minima parte delle oltre 500 varietà di squali esistenti, ognuna con le proprie peculiarità biologiche e livelli di vulnerabilità.
Nonostante la legalità e la radicata tradizione gastronomica, il commercio di carne di squalo solleva serie preoccupazioni ambientali. La pressione della pesca globale è spietata: si stima che ogni anno vengano uccisi circa 100 milioni di squali e razze. Questo ritmo insostenibile ha spinto oltre un terzo delle specie verso un concreto rischio di minaccia o addirittura estinzione.
L'impatto della diminuzione degli squali è ben più profondo di quanto si possa immaginare. Essendo predatori al vertice della catena alimentare marina, la loro assenza può innescare un effetto domino devastante, alterando l'intero equilibrio oceanico. Non solo ciò può portare a una riduzione delle popolazioni di altri pesci destinati al consumo umano, ma può anche compromettere la capacità degli oceani di assorbire anidride carbonica, con gravi conseguenze per il clima globale.
Per affrontare questa complessa tematica e riabilitare l'immagine dello squalo, spesso vittima di decenni di demonizzazione, è nato "Shark Preyed". Questo documentario, ideato e realizzato dai fratelli Marco e Andrea Spinelli – il primo documentarista e divulgatore ambientale, il secondo biologo marino – mira a far luce su questo commercio e a promuovere una maggiore consapevolezza.
Per proteggere questi predatori marini fondamentali e, di conseguenza, il nostro futuro, è imperativo che i consumatori siano informati in modo trasparente sull'origine della carne di squalo e sullo stato di salute delle specie. L'introduzione di etichette chiare e comprensibili, abbinata a normative di pesca più stringenti, rappresenta un passo cruciale. Solo attraverso queste misure sarà possibile conciliare la vendita legale con la salvaguardia dell'ambiente, garantendo un futuro sostenibile per gli squali e per l'intero ecosistema marino.
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