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L'intervista

L'Iran può colpire anche noi? Gaiani (Analisi Difesa): "Ecco perché il conflitto si allargherà"

La paura della bomba nucleare, il piano di riarmo impossibile dell'Europa e i collegamenti con la guerra in Ucraina

L'Iran può colpire anche noi? Gaiani (Analisi Difesa): "Ecco perché il conflitto si allargherà"

Il Medio Oriente è in fiamme e il conflitto - ormai va chiamato così - fra Israele e Iran porta con sé delle domande. Cosa significa questa escalation? Quali sono i legami con gli altri conflitti in atto? L'Iran rappresenta una minaccia per l'Europa (e l'Italia)? Quali sono gli scenari? Ne parliamo con Gianandrea Gaiani, direttore del webmagazine Analisi Difesa, specialista di intelligence e analisi storico-strategiche, che ha seguito sul campo i conflitti balcanici, africani, mediorientali e centroasiatici.

Gianandrea, siamo a un passo da quella che ormai tanti chiamano terza guerra mondiale, oppure è la "solita" escalation del Medio Oriente?

"Nessuna delle due. Io credo piuttosto che ci sia un collegamento evidente con la guerra ucraina. Ci sono, al momento, due guerre che non hanno più un senso. Perché gli obiettivi di Zelensky e di Netanyahu non sono stati raggiunti e non saranno raggiungibili. Gli ucraini non riusciranno a riprendere i territori perduti, anzi forse non riusciranno a difendere neppure quelli attuali. E Netanyahu vuole distruggere Hamas: al momento ha distrutto Gaza, ma non Hamas. Ha colpito gli Houti del Mar Rosso ma non li ha distrutti"

E allora perché andare avanti, anzi allargare addirittura il conflitto?

"Si continua a combattere invece di fare l'unica cosa necessaria, i negoziati. Invece si va avanti perché con la pace sia Zelensky sia Netanyahu potrebbero perdere il loro posto. Si allarga il conflitto per coinvolgere anche noi. Per esempio colpendo la base dei bombardieri russi con l'appoggio, anche solo di intelligence, dei britannici. Contro l'Iran c'è il supporto americano"

https://www.analisidifesa.it/2025/06/sacrificare-vite-per-salvare-poltrone/

Quando dici "noi", intendi l'Europa?

"Intendo l'occidente collettivo, come dice Putin. Tutti quelli che cercavano di stare fuori dalla guerra. Anche Trump, dopo il contrattacco dell'Iran, ha cambiato la sua posizione, anche se si augura che ancora l'Iran possa negoziare. E ovviamente gli hanno risposto picche. Il grande rischio, adesso, è che l'Iran si sente legittimato a dotarsi della bomba nucleare, ne esce rafforzato in questa idea. E io sono convinto che questo potrebbe portare alla fine della guerra"

In che modo? Con la deterrenza?

"Con l'Iran dotato di armi nucleari, come l'India e il Pakistan, si configura uno scenario come nella prima Guerra Fredda. Quando le potenze nucleari non si potevano colpirsi a vicenda"

La domanda che tanti si fanno: queste potenze nucleare possono colpirci? Intendo qui, in Italia.

"Qualche missile a lungo raggio, in grado di colpirci, ce l'hanno, ma non ho mai notato minacce dell'Iran verso l'Europa. Piuttosto gli USA hanno posto delle basi in Polonia per colpire la Russia, eventualmente. Nella realtà servono per intercettare possibili missili dall'Iran. Ma, pur avendoli, come India e Pakistan, al momento la sua produzione di armamenti è diretta a colpire Israele. Certo, gli europei dovrebbero dotarsi di difese missilistiche serie. Perché non sai mai chi sarà il nemico di domani"

Dunque il piano ReArm Europe potrebbe essere indirizzato in questa direzione?

"Certamente, ma non credo che sia sostenibile con ulteriore debito come vuole la UE. Non abbiamo le condizioni economiche e produttive. Pensa che un carro armato UE Leopard, il più moderno, costa 29 milioni di euro: il doppio di uno americano e otto volte di uno russo. Perché abbiamo alti costi nelle materie prime, soprattutto l'acciaio che da noi è il più caro del mondo, e per l'energia. Così l'Europa è incapace di fare un piano di riarmo"

Quali sono le possibili soluzioni?

"Serve la pace. E per arrivarci, tutti devono rinunciare a qualcosa. Parlo dell'Ucraina: deve accettare la pace anche rinunciando ai territori che rivendica. L'Italia è uscita dalla seconda guerra mondiale perdendo Istria, Dalmazia, l'impero coloniale... Meno di vent'anni dopo c'è stato il Boom economico. Perché le guerre si possono perdere, ma gli Stati sopravvivono".

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