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Giochi Invernali

Frane a Cortina, cresce l’allarme a ridosso delle Olimpiadi 2026

Montagne instabili, villaggio olimpico in zona a rischio e opere contestate: gli ambientalisti denunciano anni di silenzi ignorati.

Frane a Cortina, cresce l’allarme a ridosso delle Olimpiadi 2026

La montagna trema attorno a Cortina d’Ampezzo, e con essa vacillano anche le certezze sull’organizzazione dei Giochi Invernali del 2026. Nel giro di poche ore, due eventi franosi hanno colpito duramente la valle del Boite, sollevando nuovi interrogativi sulla scelta dei luoghi destinati a ospitare impianti e infrastrutture olimpiche.

Il primo smottamento è avvenuto sabato scorso, quando una massa di 4.000 metri cubi di roccia si è staccata da Cima Marcora, nel gruppo del Sorapis, precipitando sulla statale Alemagna nei pressi di San Vito di Cadore. Solo 24 ore dopo, un violento temporale sull’Antelao ha provocato una colata di fango e detriti che ha investito la frazione di Cancia, nel comune di Borca di Cadore. L’acqua – circa 30 millimetri in mezz’ora – ha innescato una massa franosa di circa 50.000 metri cubi che ha raggiunto diverse abitazioni, seppellendo scantinati e giardini. I vigili del fuoco hanno dovuto intervenire per liberare alcune famiglie bloccate in casa dai detriti. Fortunatamente, nessuna vittima, ma i danni sono ingenti.

In seguito agli eventi, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato lo stato di emergenza. Ma ora cresce la preoccupazione: il villaggio olimpico sorgerà proprio a Fiames, zona già indicata come a rischio idrogeologico. Non solo: è in progetto anche una cabinovia tra Socrepes e Mortisa, proprio su un terreno dove da anni si segnala una frana attiva, minacciando la stabilità delle future infrastrutture.

Anche la nuova variante stradale sotto le Tofane – un’opera da 650 milioni di euro che partirà solo dopo i Giochi – attraversa un versante instabile, aggravando il quadro.

Luigi Casanova, presidente dell’associazione ambientalista Mountain Wilderness, esprime frustrazione: “È da tempo che denunciamo il pericolo di costruire in aree fragili dal punto di vista geologico, ma le nostre segnalazioni sono sempre state ignorate”.

Le statistiche confermano un quadro allarmante: su quasi 9.500 movimenti franosi censiti in Veneto, oltre 5.900 si trovano nel Bellunese. Negli ultimi quindici anni si contano diversi episodi tragici, con vittime nel 2011, 2015 e 2017. In particolare, l’area di Acquabona – dove sorgerà il parcheggio olimpico – è stata più volte colpita da colate di fango.

Giorgio Giachetti, presidente dei geologi del Veneto, chiarisce: “Non possiamo eliminare il rischio, possiamo solo contenerlo. Ma eventi di questa portata ci mettono davanti a limiti evidenti”.

Con le Olimpiadi sempre più vicine, Cortina si trova oggi sotto osservazione: la sfida non sarà solo sportiva, ma anche ambientale e di sicurezza.

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