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Il mistero
22 Giugno 2025 - 13:30
Carcere in Venezuela (Fonte: ANSA)
Mario Burlò, imprenditore torinese di 52 anni, si trova detenuto in Venezuela dal 10 novembre 2024. Da quella data, secondo quanto riferito dai suoi legali, non risulta alcun contatto con l’esterno né aggiornamenti formali sulla sua situazione. La vicenda è emersa solo a fine marzo 2025, quando i familiari hanno sporto un esposto presso la Procura di Roma, competente per i cittadini italiani detenuti all’estero.
Secondo la ricostruzione fornita dagli avvocati Maurizio Basile (foro di Torino) e Benedetto Marzocchi Buratti (foro di Roma), Burlò sarebbe stato arrestato dopo essere entrato in Venezuela via terra dalla Colombia. Al momento della detenzione, l’uomo era in attesa della sentenza definitiva della Corte di Cassazione nell’ambito del processo “Carminus”, in cui era stato precedentemente condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. La Cassazione ha successivamente emesso una sentenza di assoluzione.
La notizia della detenzione è stata resa nota solo in occasione di un’udienza del tribunale di Torino, dove Burlò è imputato per presunte indebite compensazioni di crediti fiscali IVA e IRPEF. In quella sede, è stata depositata una comunicazione del Consolato italiano a Caracas intitolata “Detenzione di Burlò Mario in Venezuela”, confermando l'arresto ma senza fornire dettagli aggiuntivi su condizioni o motivazioni.
A seguito dell’esposto, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo conoscitivo, senza al momento formulare ipotesi di reato né individuare soggetti indagati. L’azione è volta ad acquisire informazioni utili attraverso i canali diplomatici e consolari, che, stando a quanto dichiarano i legali, risultano ancora privi di sviluppi sostanziali.
I rappresentanti legali sottolineano che il contesto internazionale potrebbe costituire un ostacolo ai rapporti diplomatici regolari. Il mancato riconoscimento da parte del governo italiano delle elezioni politiche venezuelane del 2023, considerate controverse da parte di diversi paesi europei, avrebbe contribuito a un rallentamento nei rapporti tra le autorità. Situazioni analoghe sono state segnalate anche per altri cittadini europei detenuti in Venezuela, in assenza di garanzie minime di trasparenza giudiziaria.
Al momento, non è dato sapere dove sia detenuto esattamente Burlò né in quali condizioni. I suoi familiari, tra cui i figli, attendono risposte da oltre sette mesi. L’auspicio degli avvocati è che i canali diplomatici italiani possano accelerare l’acquisizione di elementi utili per fare chiarezza e valutare eventuali iniziative legali a tutela dei diritti del loro assistito.
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