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Il blitz
24 Giugno 2025 - 17:35
Ancora un clamoroso sequestro di cocaina nel porto di Gioia Tauro, uno dei principali hub del narcotraffico nel Mediterraneo. Questa volta le Fiamme gialle hanno intercettato 193 panetti, per un totale di 228 chili di droga purissima nascosta in un container, che avrebbe potuto fruttare oltre 35 milioni di euro se immessa sul mercato italiano. A tentare di recuperare il carico due portuali infedeli, arrestati mentre zigzagavano tra i container per sfuggire all’intervento dei finanzieri.
L’operazione si inserisce in un contesto di controllo costante che, solo nel 2025, ha già portato al sequestro di almeno 2,5 tonnellate di cocaina. A queste si aggiungono le 3,8 tonnellate del 2024, dimostrando l’enorme portata del flusso di stupefacenti che transita per lo scalo calabrese. Il porto, storicamente sotto l’influenza della ’ndrangheta, è diventato centrale anche per camorra e clan stranieri, attratti dalla sua posizione strategica e dalla possibilità di sfruttare complici interni e debolezze istituzionali.
Negli ultimi mesi, la sequenza di sequestri è impressionante:
Gennaio: 110 kg nascosti in bobine di carta;
Febbraio: 788 kg in tre container dal Sudamerica, occultati in pellet e frigoriferi;
Sempre a febbraio: 137 kg su un tir diretto al Nord;
Marzo: 1.170 kg intercettati in 11 container dal Brasile, record assoluto del biennio.
A Rizziconi, ad aprile, i carabinieri hanno scoperto un laboratorio clandestino per la raffinazione e il confezionamento della droga, con oltre 100 kg di cocaina purissima e strumenti per una produzione su scala industriale.
A dimostrazione del tentativo della criminalità organizzata di infiltrare le istituzioni, nel febbraio 2024 sono stati arrestati due funzionari doganali accusati di aver agevolato l’ingresso di almeno cinque spedizioni illecite. La collaborazione con l’intelligence statunitense ha inoltre permesso di intercettare, a giugno scorso, due droni militari cinesi diretti in Libia, confermando la pluralità dei traffici in atto.
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