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Volkswagen tratta in Germania, ma a Moncalieri esplode la protesta

Mentre Volkswagen discute del futuro in Germania, a Moncalieri e Nichelino sindacati e politici difendono l’eccellenza italiana

La manifestazione è partita da piazza XVIII Dicembre

foto di archivio

Mattinata di mobilitazione davanti agli stabilimenti di Italdesign a Moncalieri e Nichelino, dove i lavoratori si sono radunati in presidio per far sentire la propria voce proprio mentre a Wolfsburg, in Germania, si svolgeva un importante incontro tra Volkswagen–Audi e i sindacati europei sul futuro del gruppo.
A muovere le proteste sono le crescenti indiscrezioni sulla possibile cessione dell’azienda fondata da Giorgetto Giugiaro, oggi controllata da Volkswagen. Una prospettiva che sta creando forte allarme tra i lavoratori e nel territorio torinese, già segnato da una progressiva desertificazione industriale.

La protesta è stata organizzata da Fiom e Fim, che non nascondono le loro preoccupazioni. “Italdesign è un’eccellenza italiana — ha dichiarato Gianni Mannori della Fiom Cgil — e non accetteremo soluzioni che la mettano in pericolo o ne sminuiscano il valore. Non temiamo licenziamenti, ma che si perda un patrimonio industriale e umano fondamentale per il territorio”.
Accanto ai sindacati, anche le istituzioni. Al presidio erano presenti il sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, e la consigliera regionale Valentina Cera (Avs), da tempo attenta alla vicenda. “La trattativa non deve restare silenziosa — ha aggiunto Mannori — e fino a luglio, quando arriveranno le offerte vincolanti, continueremo a farci sentire affinché vengano tutelate le competenze e il futuro dei lavoratori”.

Valentina Cera ha ribadito l’urgenza di tenere alta l’attenzione su Italdesign, definendola “un presidio di eccellenza e innovazione in un contesto, quello torinese, dove la perdita di poli produttivi sta diventando una drammatica costante; continuerò a portare il caso in Regione”.
Il presidio è stato pensato come un segnale diretto alla sede centrale del gruppo Volkswagen. “Vogliamo che a Wolfsburg sappiano che qui c’è una comunità che crede nel valore di questa azienda — ha concluso Mannori — e che non intende accettare decisioni calate dall’alto che rischiano di compromettere il futuro di Italdesign e dei suoi lavoratori”.

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