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Esteri
26 Giugno 2025 - 15:30
Bomba atomica e raid su Iran
Le parole di Donald Trump, che ha definito “risolutivo” l’attacco statunitense a un impianto nucleare iraniano paragonandolo ai bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, hanno sollevato una ferma condanna da parte degli hibakusha, i sopravvissuti giapponesi delle esplosioni del 1945.
Toshiko Tanaka, testimone diretta della bomba su Hiroshima all’età di sei anni, ha criticato duramente la retorica del presidente statunitense: “È inaccettabile giustificare un attacco preventivo con la sola ipotesi che un Paese possa sviluppare armi nucleari. È un’arroganza di potere che calpesta il diritto internazionale”. Tanaka ha inoltre smentito la narrazione secondo cui le bombe su Hiroshima e Nagasaki avrebbero posto fine alla guerra, ricordando che il Giappone era già vicino alla resa.
Sulla stessa linea la Nihon Hidankyo, Confederazione giapponese delle vittime delle bombe atomiche, Premio Nobel per la Pace 2024, che ha definito l’intervento americano “una violazione della Carta dell’ONU e del Trattato sulla Non Proliferazione”. Il rappresentante Tanaka Hisami ha sottolineato come le indagini dell’Aiea non abbiano rilevato prove di un programma nucleare militare iraniano e ha denunciato il rischio di indebolimento del “tabù nucleare”, già messo a dura prova dalle minacce russe e dalle dichiarazioni israeliane.
La Confederazione ha infine ribadito il proprio impegno per l’abolizione delle armi nucleari e per una risoluzione pacifica dei conflitti attraverso la diplomazia, chiedendo un cambio immediato di rotta da parte degli Stati Uniti.
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