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ESTERI
30 Giugno 2025 - 10:10
Zelensky
Volodymyr Zelensky ha ufficializzato l’uscita dell’Ucraina dal Trattato di Ottawa, la convenzione internazionale che proibisce l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento di mine antiuomo. L’annuncio è arrivato attraverso un video in cui il presidente ucraino ha motivato la scelta come una necessità difensiva, denunciando l’impiego spietato di questi ordigni da parte della Federazione Russa, non solo nel conflitto in corso ma anche in scenari precedenti.
La firma del decreto segna un passaggio simbolicamente forte nella postura militare dell’Ucraina, che si distacca così da un impegno assunto nel 1997, anno in cui il trattato fu sottoscritto a Ottawa con l’obiettivo di bandire una delle armi più insidiose per la popolazione civile. La convenzione imponeva agli Stati membri di eliminare i propri arsenali di mine e di astenersi dal loro utilizzo.
L’Ucraina non è l’unico Paese dell’Europa orientale a riconsiderare la propria adesione. Anche i Paesi baltici, la Polonia e la Finlandia hanno espresso la volontà di denunciare il trattato o si sono già mossi in questa direzione, evidenziando un cambiamento nei paradigmi di sicurezza alla luce della guerra in Ucraina e della crescente instabilità nella regione.
La rinuncia al Trattato di Ottawa apre dunque un nuovo fronte nel dibattito internazionale sul diritto bellico e sulla protezione dei civili, facendo emergere le tensioni tra principi umanitari e pressioni geopolitiche.
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