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industria manifatturiera
04 Luglio 2025 - 19:00
In un contesto segnato da costi energetici tra i più alti d’Europa, guerre e tensioni commerciali globali, l’industria italiana del vetro non solo tiene testa alla crisi, ma rilancia. E lo fa con un traguardo storico: l’Italia diventa il primo produttore di vetro in Europa, superando per la prima volta la Germania. A confermarlo è Assovetro, l’associazione che rappresenta 73 aziende del settore, nel corso della sua assemblea annuale: 6,5 milioni di tonnellate di vetro prodotte in Italia nel 2024, contro le 5,5-5,7 della Germania. Un risultato ottenuto nonostante una contrazione complessiva della produzione e un contesto tutt’altro che favorevole. “Il valore della nostra industria non è solo economico, ma sociale e culturale. I nostri vetri vestono il Made in Italy, dai vini alla farmaceutica”, ha dichiarato Marco Ravasi, presidente di Assovetro.
Il 2024 è stato un anno difficile: la produzione è calata e il valore aggiunto del comparto si è contratto, attestandosi a 3,2 miliardi di euro. Ma la forza del sistema produttivo italiano e la solidità delle sue filiere – food&beverage, costruzioni, automotive e farmaceutica – hanno spinto l’industria a reagire con investimenti mirati. Tra questi, la realizzazione di nuovi forni per il vetro da imballaggio, che ha giocato un ruolo chiave nel rafforzamento della capacità produttiva. Nonostante la crisi, l’occupazione è cresciuta del 3% rispetto al 2023, con oltre 16.500 addetti diretti su 111 siti produttivi. Il tallone d’Achille resta il costo dell’energia: il comparto consuma circa l’1,5% dei consumi nazionali di gas ed energia elettrica. Un peso difficile da sostenere per un’industria così energivora. Tuttavia, una svolta arriva dall’energy release europeo, che permetterà a molte imprese di acquistare energia a prezzi calmierati.
L’interscambio commerciale del vetro con l’Unione Europea si è mantenuto stabile. I partner principali restano Francia, Germania e Spagna, con quest’ultima che nel 2024 ha leggermente superato Berlino come Paese di destinazione. Il saldo commerciale segna un incoraggiante +100% rispetto al 2023, arrivando a 75 milioni di euro.
A livello quantitativo, si registra un +1,3% di importazioni, a fronte di un lieve calo (-3%) delle esportazioni. Segnali misti, ma che nel complesso raccontano di un settore resiliente, adattivo e ancora strategico per l’economia nazionale.
Dietro vetri e bottiglie c’è molto più che silice fusa: c’è un settore che difende l’identità produttiva del Paese, che innova, che si riconverte e che continua a generare occupazione.
L’Italia oggi guida l’Europa del vetro: un risultato da celebrare, ma anche da sostenere, soprattutto in vista delle prossime sfide legate alla decarbonizzazione e alla transizione energetica.
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