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IL CASO

Oggi i funerali di Giorgia Marino, la mamma-biker morta nell'incidente di corso Orbassano

Nel frattempo proseguono le polemiche legate alla dinamica dei fatti

Oggi i funerali di Giorgia Marino, la mamma-biker morta nell'incidente di corso Orbassano

Giorgia Marino

Oggi alle 9 si terranno nella chiesa di Santa Rita da Cascia i funerali di Giorgia Marino. Corriere per Amazon e mamma di una bambina di 5 anni, era in sella alla sua moto quando un’auto non le ha dato precedenza: l’impatto è stato violentissimo. Un caso che portato con sè anche l’apertura di due procedimenti legali: il primo, un esposto ai medici dell’ospedale in cui è stata ricoverata in quanto la famiglia sostiene che le operazioni chirurgiche a cui i sanitari hanno sottoposto la centaura fossero premature. È il secondo procedimento quello che ha fatto più scalpore: perché per l’omicidio della Marino non c’è solamente un indagato, ma due. Oltre al conducente della macchina che l’ha urtata, è finito sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti anche un 38enne che aveva parcheggiato in divieto di sosta: e c’è da accertare se, oltre alla moto della Marino, anche il corpo della donna abbia toccato il veicolo. Se così fosse, questo ha influito sulle concause del decesso? E la polemica continua. Perchè la polizia locale non ha trovato video relativi all’incidente stradale: tuttavia, alcuni residenti che erano affacciati hanno scattato diverse foto, dove si vede il corpo della donna: la Marino non indossava protezioni all’infuori del casco. «Giorgia Marino stava andando a lavorare, non a correre in pista» secco il legale della famiglia, Alessandro Dimauro «la legge prevede solo l’uso del casco» conclude l’avvocato. Tecnico il commento di Andrea Cagliero, difensore dell’uomo che ha lasciato la macchina in divieto «se fosse vero, se risultasse che Marino non indossava le protezioni» dice Cagliero «nel caso in cui il mio assistito fosse condannato, allora lui potrebbe chiedere uno sconto di pena in quanto si potrebbe parlare di concorso di colpa della stessa vittima».

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