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lutto

Addio a Giuseppe Crippa, il pioniere della microelettronica italiana

l fondatore di Technoprobe è morto a 90 anni: da un garage brianzolo a leader mondiale dei semiconduttori

Addio a Giuseppe Crippa, il pioniere della microelettronica italiana

Si è spento all’età di 90 anni Giuseppe Crippa, fondatore della Technoprobe e simbolo del genio industriale italiano nel settore della microelettronica di precisione. Crippa è morto il 5 luglio a Merate, in provincia di Lecco, lasciando un’impronta indelebile nel panorama tecnologico e imprenditoriale del Paese.

A rendergli omaggio anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che lo ha definito su X un “imprenditore visionario e geniale”, sottolineando come la sua scomparsa rappresenti una “grande perdita per tutti noi”.
Per ricordarlo, tutte le sedi internazionali di Technoprobe si sono fermate per 24 ore: in Italia e in ciascuno dei 21 centri operativi distribuiti in 10 Paesi su tre continenti. Un gesto simbolico per onorare il fondatore di un’azienda che oggi impiega 3.355 persone, con un fatturato 2024 di 543 milioni di euro, ed è tra i leader mondiali nella produzione di probe card, le schede sonda usate per testare i microchip.

Secondo l’ultima classifica Forbes, Crippa era al 30° posto tra gli italiani più ricchi, con un patrimonio familiare stimato in 3,1 miliardi di euro. Ma accanto al successo imprenditoriale, non mancava un impegno concreto nel sociale.
Durante la pandemia di Covid-19, Crippa mise a disposizione gli spazi di Technoprobe per creare un hub vaccinale, finanziando personalmente il personale sanitario e l’allestimento. Un gesto che ben sintetizza la sua filosofia: tecnologia e profitto, sì, ma sempre al servizio della comunità.

In suo onore, la camera ardente sarà allestita nella hall della sede centrale di Technoprobe a Cernusco Lombardone, proprio lì dove tutto è cominciato. In quella Brianza industriosa e silenziosa che Crippa ha saputo portare nel mondo, con la visione di un pioniere e la tenacia di un artigiano. Oggi l’Italia saluta uno dei suoi imprenditori più brillanti e riservati, spesso paragonato allo Steve Jobs della Brianza, capace di trasformare un’intuizione casalinga in una multinazionale high-tech. E lo fa con lo stesso rispetto con cui lui ha affrontato la sua lunga vita: con discrezione, ma lasciando un segno profondo.

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