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Profumi
07 Luglio 2025 - 12:10
Il mercato globale delle fragranze, che secondo Mordor Intelligence ha già raggiunto i 76,71 miliardi di dollari e si prevede toccherà i 112 miliardi entro il 2030, sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Un'ondata di innovazione tecnologica sta investendo un'attività millenaria, la cui storia è ben raccontata dalla mostra "Viaggio nella storia del profumo" al Museo di Palazzo Mocenigo di Venezia. La novità più significativa è la cosiddetta "profumeria algoritmica", basata sull'intelligenza artificiale generativa.
Non si tratta di esperimenti accademici confinati nei laboratori: il fenomeno sta coinvolgendo attivamente i grandi produttori del settore, inclusi marchi di spicco come Procter & Gamble e L'Oréal. L'introduzione degli algoritmi, che porterà alla nascita dei "neuroprofumi", ha una duplice valenza. Dal punto di vista industriale, rappresenta un'accelerazione e un ampliamento nella ricerca di nuove fragranze. Per la tradizione profumiera, che ha celebrato "nasi" leggendari come Jean-Baptiste Grenouille de "Il profumo" di Patrick Süskind, potrebbe invece costituire un fattore critico.
Procter & Gamble ha già implementato il software Moodify White, che utilizza tecniche avanzate di IA per la progettazione di nuove fragranze. L'Oréal, gigante francese della cosmesi, ha avviato una collaborazione con l'azienda di neuroscienze Emotiv, puntando a creare esperienze olfattive su misura, avvalendosi anche dei dati derivanti dagli elettroencefalogrammi. A Lisbona, Hugo Ferreira e il suo team presso l'Istituto di biofisica e ingegneria biomedica studiano l'attività cerebrale delle persone in risposta a specifici stimoli olfattivi.
Non mancano le voci critiche. La giornalista americana Katie Puckrik, esperta del settore, esprime preoccupazione: "La magia della scoperta di una nuova fragranza risiederà sempre nella sensibilità degli umani. Affidarsi all'IA significa privare le persone di quei rari momenti di grazia e di fascino".
Tuttavia, l'intelligenza artificiale potrebbe offrire un contributo significativo alla sostenibilità della produzione. Esiste già una tecnologia, chiamata eScent, capace di ridurre gli sprechi e migliorare i processi di produzione industriale.
Le ricerche sulle aspettative dei consumatori indicano una crescente domanda di profumi unici e personalizzati in futuro, con una maggiore disponibilità a pagarli di più rispetto a quelli prodotti industrialmente. In questo contesto, la personalizzazione abilitata dall'IA potrebbe rivelarsi un'arma vincente. Il fenomeno dei profumi algoritmici ha già raggiunto anche il Giappone, dove un team di scienziati di Science Tokyo ha introdotto un modello di odore basato su IA completamente automatizzato. È probabile che il marketing olfattivo, volto a creare percorsi esperienziali per avvicinare i consumatori ai prodotti, diventerà presto una materia di studio universitaria.
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