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IL FATTO
08 Luglio 2025 - 16:30
Madalina Ionela Hagiu
C’è un’ordinanza, nera come la cenere, che racconta più di mille parole: l’ha firmata la giudice Ombretta Vanini, e dentro c’è scritto che Giovanni Zippo, guardia giurata armata, 40 anni, è accusato di omicidio volontario e crollo doloso. È stato lui, quella notte in via Nizza 389, ad appiccare l’incendio e a scatenare l’esplosione. Ed è stato ancora lui a causare la morte di Jacopo Pedretti, 33 anni, e il ferimento di due minori. Omicidio volontario e crollo doloso: queste le accuse. E ora giace in un letto del reparto Grandi ustionati del Cto. Ricoverato, bruciato, sfigurato. E bugiardo. Ai colleghi ha raccontato di essere caduto da una rampa di scale alla stazione di Grugliasco. Poi ha cambiato versione: «Mi sono ustionato con l’olio delle patatine».
La casa di Giovanni Zippo
Lo diceva con la faccia tumefatta, mentre amici, sorella e colleghi si affacciavano alla sua porta per capire cosa stesse succedendo. Una messa in scena. Patetica. Sventata. E tutto questo per cosa? Per amore? Per illusione? No, per l’umiliazione. Perché così si è sentito Giovanni Zippo: trattato come un "moneyslave". L’uomo di riserva. Quello che ti porta a cena, che paga il conto, che ti fa ridere al tavolo e poi resta da solo, mentre tu balli con un altro. Cinque anni di tira e molla con Madalina Ionela Hagiu. Ogni lite tra lei e Salvatore – il fidanzato ufficiale – era per lui una speranza. Ogni rottura, la promessa di un posto al sole. Ma quel posto non arrivava mai. E allora dava. Dava tutto. I soldi suoi, quelli della famiglia. Per Madalina aveva persino ristrutturato casa. Tirato giù un muretto in ingresso, come forse lei aveva suggerito. Per creare un open space luminoso dove accoglierla, immaginarla sua. Ma era solo un sogno. Un sogno pagato a rate, in cambio di briciole d’affetto e incontri che, come lei stessa ha ammesso, avvenivano solo quando era ubriaca.
L’ultima richiesta di denaro è arrivata poche ore dopo l’esplosione. Madalina voleva tornare dall’Elba, da quella vacanza fatta con Salvatore, il cuoco, il vero compagno. E i soldi li voleva da Giovanni, il denaro per tornare a casa. Zippo l’ha accontentata. Ancora una volta. Ignara, lei, che l’uomo a cui chiedeva un tetto, un rifugio, era proprio quello che aveva spalancato il gas e dato fuoco alla sua vita. «Stammi vicino, non mi abbandonare», scriveva Madalina a Zippo quella notte. Cercava un posto dove stare, un po’ di umanità in mezzo alle macerie. Ma era già troppo tardi. Oggi i social di Zippo sono un tribunale popolare. Piovono insulti, minacce, rabbia. «Il suo gesto è peggio di un femminicidio», scrive qualcuno. E forse è vero. Poteva essere una strage. Una persona è morta, 44 sono rimaste senza casa. Le vite intere spazzate via in un attimo. I ricordi bruciati come carta. Il sindaco Stefano Lo Russo ha visitato gli sfollati, accolti nella scuola Umberto I. Ha detto parole giuste: «Vi hanno tolto la casa, una delle cose più preziose».
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