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Ambiente
08 Luglio 2025 - 22:15
Quanto vale un albero piantato? E un campo coltivato senza pesticidi? Finora, in termini economici, quasi nulla. Ma questa prospettiva sta per cambiare radicalmente: la Commissione Europea ha lanciato un'iniziativa pionieristica per creare un mercato europeo dei "crediti natura", un sistema innovativo per incentivare e premiare gli investimenti privati nella tutela ambientale e nella biodiversità.
Bruxelles si è impegnata a dedicare il 10% del suo bilancio alla conservazione della biodiversità entro il 2027. Tuttavia, le stime indicano una lacuna annuale di 37 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi di ripristino ambientale. Chi coprirà questa cifra? È qui che entrano in gioco i privati, ai quali è rivolto il nuovo sistema dei crediti natura.
La Commissione di Ursula von der Leyen ha già pubblicato la roadmap del progetto, che prenderà il via quest'anno. Un gruppo di esperti guiderà lo sviluppo tecnico e normativo, definendo criteri, metodologie e meccanismi di governance. Questa fase pilota durerà fino al 2027, finanziata da fondi UE esistenti. Al termine, la Commissione valuterà i passi successivi per implementare un vero e proprio mercato europeo, con un'attenzione particolare alle Piccole e Medie Imprese (PMI).
Presentando l'iniziativa, la Commissaria europea per l'Ambiente, Jessika Roswall, ha sottolineato il legame indissolubile tra l'economia del continente e i suoi ecosistemi. «Il 75% delle nostre imprese dipende dalla natura. Eppure, l'80% della natura in Europa è in cattivo stato» ha spiegato la politica svedese. Roswall ha rassicurato che l'obiettivo non è "trasformare la natura in una merce, ma riconoscere e premiare le azioni che la ripristinano e la sostengono".
I "crediti natura" sono concepiti per dare un valore economico tangibile a tutti gli interventi che proteggono l'ambiente o ripristinano la biodiversità. In pratica, un'azienda che pianta alberi, ripristina zone umide, o adotta pratiche di agricoltura sostenibile potrà ricevere in cambio dei crediti che attesteranno il suo impatto positivo sull'ambiente.
Una volta ottenuti, i crediti potranno essere venduti a soggetti pubblici o privati interessati a compensare il proprio impatto ambientale o a supportare iniziative green. Il meccanismo è simile a quello dei crediti di carbonio, già in uso in Europa per regolare le emissioni di CO₂. La differenza chiave è che, mentre i crediti di carbonio misurano le tonnellate di anidride carbonica evitate o assorbite, i crediti natura misureranno il miglioramento effettivo della biodiversità.
Diversi Paesi dell'UE stanno già sperimentando iniziative basate sui crediti naturali. Francia, Finlandia e Irlanda hanno avviato progetti guidati dai governi. In altri otto Paesi – tra cui Italia, Germania, Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia e Svezia – le iniziative sono promosse dalla società civile o dagli amministratori locali.
La roadmap presentata a Bruxelles apre di fatto la strada a un sistema armonizzato a livello europeo, promettendo di sbloccare nuovi flussi di investimenti privati per proteggere e ripristinare il nostro prezioso capitale naturale.
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