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10 Luglio 2025 - 11:15
Niente più spiccioli nel cestino delle offerte: anche le chiese devono adeguarsi all’era digitale. Lo sostiene il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenuto a un evento promosso da Nexi sui servizi al terzo settore. Durante il suo intervento, Giorgetti ha auspicato che anche le parrocchie italiane possano dotarsi di sistemi di pagamento elettronico per facilitare le donazioni dei fedeli. «All’estero è normale offrire con il Pos – ha detto – mentre in Italia è ancora poco diffuso».
Secondo il ministro, la difficoltà principale è legata al fatto che una parrocchia, per poter installare il Pos, dovrebbe essere iscritta al registro del terzo settore.
In diverse città italiane sono già in corso sperimentazioni. A Reggio Emilia e Guastalla, ad esempio, è partito un progetto pilota con totem dotati di lettori Pos per le offerte. Anche le diocesi di Chioggia e Cremona, oltre a numerose altre parrocchie, stanno introducendo strumenti digitali per la raccolta delle donazioni. Gli obiettivi sarebbero quello di facilitare i fedeli che non portano più contanti e semplificare la gestione e la rendicontazione delle offerte.
Il modello italiano segue una tendenza già consolidata all’estero: Atene ha recentemente installato un Pos nella cattedrale cattolica di San Dionigi, dove è possibile donare con carta fino a un massimo di 1.000 euro. In altri Paesi europei e negli Stati Uniti, molte chiese accettano già da tempo donazioni contactless, tramite app o persino totem interattivi. In alcuni casi è possibile impostare donazioni ricorrenti, proprio come un abbonamento a una rivista.
Il mercato si è adeguato, offrendo soluzioni dedicate alle comunità religiose. Aziende come Tithe.ly, ChurchTrac, Square, Givt e Zeffy forniscono strumenti Pos con funzionalità pensate per le esigenze delle parrocchie: dalla tracciabilità delle donazioni alla gestione dei membri, fino alla possibilità di inviare ricevute digitali e resoconti periodici.
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