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Mondo Animale
10 Luglio 2025 - 22:35
Si chiama Ugo, vola di notte e da qualche settimana è diventato un piccolo pioniere dell’ecologia: è il primo pipistrello in Italia monitorato con un Gps. A seguirne i movimenti sono i ricercatori del CNR-Iret (Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri), insieme agli scienziati del Max Planck Institute of Animal Behaviour e al team dell’Oasi Dynamo, un’area naturale protetta sulle montagne dell’Appennino pistoiese.
Ugo è un esemplare di Nyctalus leisleri, noto anche come nottola di Leisler, una specie di pipistrello autoctona abbastanza comune nei boschi italiani. Il 6 maggio è stato catturato in una delle bat box installate all’Oasi Dynamo, dove i pipistrelli trovano rifugio e un ambiente sicuro. Dopo una rapida ispezione, è stato dotato di un dispositivo Gps ultraleggero – pesa appena un grammo – incollato sul dorso con una speciale colla chirurgica che si stacca naturalmente dopo circa due mesi.
Questo piccolo “zaino tecnologico” permette ai ricercatori di ricevere dati in tempo reale, senza bisogno di disturbare l’animale. «Il segnale viene inviato una o due volte al giorno – spiegano dal Cnr – e ci aiuta a ricostruire i movimenti del pipistrello per studiare l’impatto del cambiamento climatico e dell’urbanizzazione sulla sua vita quotidiana».
Da maggio a oggi, Ugo ha percorso decine di chilometri, spostandosi dalla faggeta montana (a circa 1.000 metri di altitudine) fino a valle, arrivando a sorvolare Pistoia, Firenze e Empoli. Un viaggio affascinante che racconta molto di più del semplice volo notturno di un pipistrello: è una finestra sulla relazione tra fauna selvatica e territorio, sul modo in cui le specie si adattano – o cercano di farlo – a un ambiente che cambia sempre più rapidamente.
L’Oasi Dynamo, che si estende per oltre 1.000 ettari nel comune di San Marcello Piteglio, è un esempio virtuoso di conservazione attiva. Ospita numerose specie animali e vegetali, tra cui lupi, cervi, rapaci e piante rare. I pipistrelli, in particolare, sono considerati indicatori preziosi per la salute degli ecosistemi forestali, perché sensibili alle alterazioni ambientali. Monitorarli significa anche avere indizi sulla qualità della gestione del territorio.
Il prossimo obiettivo dei ricercatori è estendere il progetto: «Vorremmo applicare il Gps anche alle femmine – spiega Emiliano Mori del Cnr-Iret – perché tendono a compiere spostamenti più lunghi e complessi, aiutandoci a mappare con maggior precisione le rotte migratorie della specie». L’idea è arrivare ad almeno una ventina di esemplari monitorati, grazie alla collaborazione con l’équipe tedesca del Max Planck e con lo staff dell’Oasi.
Anche se per ora il protagonista è solo uno, Ugo ha già fornito una quantità sorprendente di informazioni utili. E chissà quanti altri segreti potrà svelare il volo silenzioso di un pipistrello tra i boschi dell’Appennino e le luci della città.
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