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54mila nuovi docenti in cattedra è la promessa del Ministro dell'Istruzione

Valditara: “Stabilità per gli insegnanti, continuità per gli studenti. È un numero da record”

Settembre si avvicina e arrivano i rinforzi: 54mila nuovi docenti in cattedra

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato il decreto che autorizza 48.504 assunzioni, di cui ben 13.860 sul sostegno, a cui si aggiungeranno 6.022 nuovi insegnanti di religione cattolica, grazie a un concorso che arriva dopo vent’anni di attesa.

Valditara parla di una svolta storica: “Per settembre assumeremo oltre 54mila docenti tra posti comuni, di sostegno e di religione. Vogliamo garantire più continuità didattica agli studenti e maggiore stabilità agli insegnanti”, ha dichiarato. E in effetti, almeno sulla carta, i numeri fanno ben sperare.

L’assegnazione dei posti sarà gestita dagli Uffici Scolastici Regionali, che dovranno bilanciare le esigenze del territorio con le graduatorie esistenti. A essere chiamati per primi saranno i candidati delle graduatorie ad esaurimento e i vincitori dei concorsi ancora valide dal 2016, 2018 e 2020. Ma la fetta più grossa delle immissioni in ruolo arriverà dai concorsi PNRR banditi nel 2023 e nel 2024, nati per centrare gli obiettivi europei sul rafforzamento della scuola pubblica.

E qui si apre una parentesi interessante: molti dei nuovi assunti, in realtà, sono nomi noti ai presidi. Parliamo di docenti precari che da anni tengono in piedi la scuola italiana con contratti a tempo. Secondo il Ministero, i supplenti sono almeno 150mila, ma per la Cgil il numero reale si avvicina ai 200mila. Insomma, più che un'ondata di volti nuovi, si tratta di una stabilizzazione attesa da tempo.

Un’attenzione particolare è stata riservata ai posti di sostegno, spesso coperti da supplenti dell’ultima ora. Per evitare che restino vuoti, eventuali posti non assegnati nelle prime fasi saranno destinati ai docenti specializzati presenti nella prima fascia delle graduatorie provinciali. Se nella propria provincia non ci saranno posti disponibili, sarà possibile concorrere anche in altre province, della stessa regione o di regioni diverse, a scelta del candidato.
Per quanto riguarda l’insegnamento della religione cattolica, si tratta della prima immissione in ruolo dal 2004: il concorso del 2024 ha sbloccato 6.022 posti.

Dietro questa maxi operazione c’è anche un impegno preso con l’Unione Europea. L’Italia è infatti sotto procedura di infrazione per l’abuso prolungato di contratti a tempo determinato nella scuola, in violazione delle direttive UE che impongono la stabilizzazione dopo tre anni di servizio. Il Governo si è impegnato a realizzare 70mila assunzioni entro giugno 2026, obiettivo che ora sembra meno lontano.
Non mancano comunque le incognite: in alcune regioni le graduatorie dei concorsi PNRR non sono ancora state pubblicate e i posti relativi dovranno comunque essere accantonati fino alla fine dell’anno, con il rischio di ritrovarsi con un nuovo giro di supplenti.

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