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Sanità
15 Luglio 2025 - 08:15
Repertorio
In un sistema sanitario sempre più sotto pressione, tra carenza di personale e liste d’attesa crescenti, arriva una soluzione made in Italy: Curami. Nata dall’esperienza diretta di due medici anestesisti, oggi è una piattaforma tecnologica sviluppata da GapMed Group, capace di digitalizzare e ottimizzare ogni fase della gestione ospedaliera, dai turni del personale alla rendicontazione.
Curami non è il frutto di una startup da laboratorio, ma di un bisogno concreto vissuto in corsia. Inizialmente utilizzata per organizzare il personale fornito da GapMed alle strutture sanitarie, oggi è uno strumento autonomo, basato su un database di 11.000 professionisti e pensato per offrire una soluzione completa a ogni esigenza organizzativa.
Il cambio di paradigma, secondo il Ceo Giacomo Baldi, sta proprio nell’approccio integrato: una piattaforma che unisce selezione dei professionisti, pianificazione dei turni, raccolta documentale e comunicazione diretta. Il tutto supportato dall’intelligenza artificiale, capace di anticipare i picchi di richiesta – ad esempio nei mesi estivi – e proporre programmazioni fino a tre mesi prima.
Curami non si limita alla logistica, ma punta anche alla sostenibilità economica: promette un risparmio fino al 30% rispetto ai modelli tradizionali, con una formula “pay-per-success” che abbatte costi fissi e consulenze improduttive.
Uno degli obiettivi è anche superare le criticità legate all’uso dei cosiddetti “gettonisti”, i liberi professionisti utilizzati in emergenza. «Il problema non è la loro qualità, ma la disorganizzazione», spiega Baldi. Curami consente infatti di costruire team stabili, monitorare il carico di lavoro e garantire continuità operativa.
La flessibilità territoriale rappresenta un altro punto di forza. In aree periferiche, dove la carenza di medici è più acuta, la piattaforma analizza fabbisogni specifici e propone soluzioni calibrate. Con un costo leggermente superiore alla gestione interna (2-3%), permette però un guadagno di efficienza fino al 15%.
Attualmente attiva in quattro strutture pubbliche del Nord Italia, Curami ha già accumulato oltre 23.000 ore di servizio nei reparti di anestesia, radiologia, ginecologia, cardiologia e pediatria. Nei prossimi mesi estenderà il proprio raggio d’azione alla psichiatria e all’assistenza infermieristica.
L’obiettivo? Arrivare a una diffusione nazionale entro il 2027, puntando anche alla gestione dei turni del personale dipendente, con focus su equilibrio vita-lavoro e riduzione degli oneri burocratici.
Infine, Baldi guarda all’intelligenza artificiale come alleata della sanità pubblica: non per sostituire i medici, ma per amplificarne le possibilità. Dalla gestione documentale al supporto nella scrittura dei bandi, fino al monitoraggio dei dati clinici, le tecnologie sono pronte.
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