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Politica estera
17 Luglio 2025 - 23:25
La Francia stringe la cinghia. Con un deficit al 5,4% del PIL e un debito pubblico che cresce di 5.000 euro al secondo, il governo guidato da François Bayrou ha annunciato un piano da 43,8 miliardi di euro di tagli alla spesa pubblica. L’obiettivo? Portare il disavanzo al 4,6% entro il 2026, avvicinandosi ai parametri europei e recuperando competitività. Per confronto, l’Italia punta a un deficit del 3,4% nel 2025, con il mirino già fissato sotto il 3%.
Tra le misure più discusse, e potenzialmente esplosive sul piano politico, c’è la proposta di abolire due giorni festivi: il Lunedì di Pasqua, giudicato “privo di reale significato religioso”, e l’8 maggio, Giorno della Vittoria. Due date simboliche che, secondo l’esecutivo, finiscono per ingolfare il calendario di ponti e rallentare la produttività. Eliminandole, si guadagnerebbero giornate lavorative utili a “far girare l’economia”.
Ma non finisce qui. Il piano prevede anche il taglio di 3.000 posti nella pubblica amministrazione, una stretta sulle agevolazioni fiscali ai redditi alti e l’introduzione di un contributo di solidarietà per i più ricchi. A salvarsi dai tagli è solo il comparto difesa, che vedrà un incremento di 3,5 miliardi nel 2026 e altri 3 miliardi nel 2027. In totale, la spesa per la sicurezza raggiungerà i 64 miliardi nel 2027, quasi il doppio rispetto al 2017.
Tutte le misure devono ancora superare l’esame del Parlamento. E il cammino si preannuncia in salita: il bilancio 2025 ha già fatto cadere il precedente governo, e Bayrou – in carica da dicembre 2024 – ha superato otto mozioni di sfiducia. Ora potrebbe arrivarne una nona, con l’opposizione compatta di Partito Comunista e Rassemblement National.
Durissimo Jordan Bardella, leader del RN: “Un attacco diretto alla nostra storia, alle nostre radici e alla Francia del lavoro”. Il dibattito è appena iniziato, ma la Francia si prepara a un’estate rovente, tra tagli, sacrifici e nuove battaglie politiche.
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