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L'interrogatorio
24 Luglio 2025 - 21:30
“Non ho ucciso io Momcilo Bakal”. Lo ha dichiarato durante l’interrogatorio di garanzia, Milan Uskokovic, 63enne di origini serbe arrestato con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. L’uomo è assistito dall’avvocato Fabrizio Bonfante. Bakal, imprenditore di Mappano scomparso nell’estate del 2016, è stato ritrovato morto solo lo scorso anno in un terreno di Villaretto.
Secondo la procura di Ivrea, Uskokovic sarebbe il responsabile della sua morte. I due, che si conoscevano bene e avevano un rapporto di amicizia con alti e bassi, erano stati coinvolti in diversi dissapori nel tempo. Secondo gli inquirenti, il 26 luglio 2016 Uskokovic avrebbe somministrato una dose significativa di farmaci a Bakal, forse per stordirlo. Il giorno successivo la vittima è stata vista per l’ultima volta, malata al lavoro e in macchina proprio con Uskokovic. “L’ho portato via dalla sua azienda con l’intenzione di condurlo in ospedale – ha spiegato l’indagato – Ma lungo il tragitto lui ha cambiato idea, chiedendomi di andare a casa sua per recuperare dei documenti. L’ho lasciato poi in un bar, da quel momento non l’ho più visto”. L’analisi dei tabulati telefonici mostra diversi spostamenti di Uskokovic nelle ore successive, tra la casa di Bakal, la sua azienda e il campo di Villaretto, luogo in cui sono stati trovati i resti. “Mi muovevo perché lo stavo cercando – ha aggiunto – non sono stato io a ucciderlo”. Le dichiarazioni dell’indagato sono tuttavia in contrasto con elementi raccolti nelle indagini. La moglie della vittima ha riferito che sarebbe stato proprio Uskokovic a dissuaderla dal denunciare subito la scomparsa di Bakal. Uskokovic nega ogni responsabilità. Da chiarire anche la richiesta, rivolta al figlio della vittima, di scavare una fossa il giorno stesso della scomparsa, proprio nel punto in cui è stato ritrovato il corpo. “Secondo il mio assistito, sarebbe stata una indicazione diretta di Bakal” ha specificato l’avvocato Bonfante. Al termine dell’interrogatorio, l’avvocato ha chiesto la sospensione della misura cautelare. “Non è ancora stata eseguita l’autopsia e non è chiaro come Bakal sia morto – ha dichiarato – Anche se il mio assistito è stato l’ultimo a vederlo, non significa che sia responsabile della sua morte. L’ipotesi della somministrazione di farmaci è tutta da verificare. Uskokovic non rappresenta un pericolo di fuga, né ha precedenti per reati violenti in questi nove anni”. Nelle prossime settimane il giudice deciderà se confermare la custodia cautelare in carcere in attesa della conclusione delle indagini.
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