Cerca

IL CASO

Muore per il cancro legato al fumo, la Cassazione riapre la strada al risarcimento per i familiari dopo il rifiuto delle prime istanze

«Solamente quando i rischi legati al fumo sono diventati “effettivamente conoscibili” a livello sociale, può essere configurato un concorso di colpa da parte del consumatore»

Muore per il cancro legato al fumo, la Cassazione riapre la strada al risarcimento per i familiari dopo il rifiuto delle prime istanze

Il caso ha avuto inizio quando, nel 2020, i familiari del fumatore deceduto si sono rivolti al Tribunale di Torino chiedendo il risarcimento dei danni, ritenendo che la morte fosse direttamente causata dal consumo quotidiano di sigarette. L’uomo, che aveva iniziato a fumare nel 1968, consumava mediamente due pacchetti di sigarette al giorno. Tuttavia, il Tribunale ha respinto la richiesta, ritenendo che il fumatore fosse consapevole dei rischi del fumo. La Corte d’Appello di Torino, nel dicembre 2021, ha confermato tale verdetto. Ma la decisione della Cassazione ha ribaltato la questione. Secondo i giudici della Cassazione, pur essendo il fumo dannoso per la salute da tempo conosciuto, la correlazione specifica tra fumo e cancro non era «socialmente nota» nel 1968, quando il decesso del fumatore ha avuto inizio. La Corte ha sottolineato che, all’epoca, non era possibile per i fumatori essere pienamente consapevoli del rischio concreto di sviluppare malattie gravi come il cancro ai polmoni. Questo ha portato a una rivalutazione del caso, e la Corte d’Appello è stata chiamata a riesaminare la causa. «Solamente quando i rischi legati al fumo sono diventati “effettivamente conoscibili” a livello sociale, può essere configurato un concorso di colpa da parte del consumatore», ha spiegato la Cassazione, rendendo chiaro che la responsabilità del fumatore deve essere contestualizzata in base al periodo storico in cui ha iniziato a fumare. La decisione della Cassazione è stata accolta con soddisfazione dal Codacons, che da anni si batte per il risarcimento delle vittime del tabacco. Marco Maria Donzelli, presidente dell’associazione, ha parlato di una «sentenza storica», che segna un punto di rottura con la prassi consolidata nelle aule di tribunale, secondo cui chi inizia a fumare è pienamente consapevole dei rischi. «Questa decisione riapre la strada alle azioni risarcitorie per i decessi legati al tabacco. Ora, se la Corte d’Appello di Torino accoglierà le richieste, potrebbero esserci numerosi altri casi in tutta Italia», ha dichiarato Donzelli.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.