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La mamma di Harry Potter compie 60 anni, tra romanzi da record e indignazione pubblica

Dal sussidio di disoccupazione al successo planetario, fino alle controversie che l'hanno resa una delle figure più divisive della cultura pop contemporanea

La mamma di Harry Potter compie 60 anni, tra romanzi da record e indignazione pubblica

Il 31 luglio compie gli anni una delle scrittrici più influenti e discusse del nostro tempo: J.K. Rowling. Per milioni di lettori è semplicemente la “mamma” di Harry Potter, ma dietro quella sigla neutra scelta per la copertina del suo primo romanzo si nasconde la storia di una donna che ha fatto della scrittura non solo una professione, ma una forma di resistenza.

Nata in Inghilterra nel 1965, cresciuta tra Gloucestershire e Galles, Rowling inizia a scrivere da bambina. A sei anni racconta alla sorella favole su conigli malati di morbillo. La passione per le parole si fa più seria negli anni dell’università, quando studia lingue classiche a Exeter e legge avidamente Tolkien e Dickens. Ma è nel 1990 che accade qualcosa: durante un viaggio in treno da Manchester a Londra, l’idea di un giovane mago orfano prende forma nella sua mente. Quel bambino si chiamerà Harry, e lei impiegherà anni per raccontare la sua storia.
Nel frattempo, la sua vita personale affronta scossoni profondi. La madre muore per sclerosi multipla, lei si trasferisce in Portogallo per insegnare inglese, si sposa, ha una figlia, e poi torna nel Regno Unito da sola, dopo la rottura con il marito. A Edimburgo, senza lavoro stabile, scrive nei caffè mentre la figlia dorme in carrozzina. Vive con il sussidio statale e lotta contro la depressione. È in quei giorni bui che immagina i Dissennatori, creature che tolgono ogni felicità, e che poi diventeranno una delle invenzioni più potenti della saga.

Nel 1995 termina il manoscritto di Harry Potter e la pietra filosofale. Riceve una dozzina di rifiuti prima che l’editore Bloomsbury decida di pubblicarlo con una tiratura iniziale di mille copie. Le vendite esplodono grazie al passaparola. Il resto è storia: sette libri, tradotti in oltre ottanta lingue, milioni di copie vendute, film campioni d’incasso, parchi tematici e un’eredità culturale enorme. La sua vita cambia radicalmente. Rowling diventa una delle donne più ricche del Regno Unito, ma continua a donare ingenti somme in beneficenza e a parlare apertamente di salute mentale, abusi e povertà. Non ha mai cercato di apparire accomodante, nemmeno quando avrebbe potuto.

Ma la Rowling degli ultimi anni è ben più che un’autrice per ragazzi: ad oggi è una figura pubblica divisiva. 
Nel 2019, con un lungo post sul suo sito personale, ha espresso preoccupazioni sull’accesso delle persone transgender ai bagni e spogliatoi riservati alle donne, sostenendo che ciò potesse mettere a rischio la sicurezza femminile. Ha inoltre espresso pubblicamente il suo sostegno a Maya Forstater, ricercatrice britannica licenziata per aver affermato che le donne transgender non possono cambiare il proprio sesso biologico.
Questi interventi hanno alimentato un acceso dibattito, spesso polarizzato e a tratti violento, che ha coinvolto la comunità LGBT+, i fan e il pubblico globale. Rowling è stata bersaglio di minacce, doxxing e campagne di boicottaggio, mentre sui social network si diffondevano hashtag ostili come #RIPJKRowling. In risposta, l’autrice si è difesa con tenacia, usando i propri canali social per chiarire le sue posizioni e denunciare le minacce ricevute, sostenendo di voler proteggere uno spazio di discussione per le donne.
Eppure, anche ora che le polemiche la seguono ovunque, resta una delle scrittrici più influenti del nostro tempo. Ha scritto romanzi per adulti con lo pseudonimo Robert Galbraith, è madre di tre figli, vive in Scozia con il secondo marito, e continua a lavorare, lontana dai riflettori.

A sessant’anni, J.K. Rowling resta una figura complessa e controversa. Dietro al successo planetario c’è una storia di difficoltà e determinazione, ma anche un dibattito acceso che non accenna a placarsi. Che la si ami o la si critichi, il suo percorso continua a suscitare discussioni importanti su letteratura, identità e società.

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