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Il meglio degli altri

È strano avere la stessa età degli anziani

Quando lo specchio ti dice che sei vecchio, ma il cervello ti risponde che hai ancora 30 anni e un viaggio pazzo da fare

È strano avere la stessa età degli anziani

La scorsa settimana sono andato a Rovereto, la città che mi ha dato i genitali.
Passeggiando per le vie a un certo punto vedo una signora anziana. Di quelle con gli occhietti vispi e il tipico sorriso rassicurante di chi ne ha viste tante nella vita. Mi sorride. Il suo volto mi sembra famigliare. Forse è la mamma di qualche mio compagno delle elementari. Mi avvicino, e per non spaventarla esordisco con un sorriso e scandisco bene le parole perché potrebbe anche essere sorda: «Buo-na-sera signora, mi scu-si, ma noi ci cono-scia-mo?». E lei, con tono leggermente sadico: «Sì deficiente, ero la to compagna de classe alle elementari». Un secondo di silenzio. Forse due. E poi un pensiero mi attraversa la mente: pero è strano avere la stessa età degli anziani.
C'è una truffa in corso. È una truffa psicologica, sottile, silenziosa. Non ci sono testimoni, nessun referto, nessuna denuncia. Ma tutti noi, prima o poi, ci caschiamo. La truffa si chiama: «Mi sento ancora un ragazzo». Siamo in molti che stiamo invecchiando (beh, tutti lo fanno), ma dentro ci sentiamo ancora ragazzi. Giovani dentro ma con l'ernia di fuori.
Certe mattine mi guardo allo specchio e mi viene da chiamare mia mamma: «Mamma! C'è un vecchio in bagno che sta usando il mio spazzolino!». E invece sono io. È strano. Se mi guardo allo specchio, il cervello mi mostra un ragazzo pieno di vita. Ma il mio corpo spesso ha una sua autonomia. Si stanca prima di me.
Si siede anche quando io vorrei restare in piedi. Alle volte mi dà contro.
Il punto è che siamo cresciuti in un'epoca in cui i sessantenni erano considerati vecchi, ma oggi non è più così. Oggi a sessant'anni, vai in palestra, fai trekking, ti iscrivi a un corso di rafting, assumi un fisioterapista perché ti aiuti a mettere le scarpe.
lo ad esempio ho [**§ anni (scusate, la mia tastiera non arriva a certi numeri), eppure, ho ancora la testa di un trentenne.
Mi emoziono per una canzone, sogno ancora di fare viaggi improbabili, guardo il mondo con l'entusiasmo di chi ha appena imparato a fare il nodo alla cravatta. E forse il segreto è questo. Il segreto non è non invecchiare (giacché l'alternativa a farlo non è nemmeno da considerare), ma invecchiare senza smettere di stupirsi. Continuare a ridere come ragazzini, anche quando il tuo corpo emette rumori che non ricordavi di avergli autorizzato. E accettare il fatto che sì è giovani finché si ha la capacità di sognare e meravigliarsi. Ed è bellissimo. Almeno finché non devi alzarti da un divano basso.

Lucio Gardin

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