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04 Agosto 2025 - 07:52
Anche quest’anno il grande spettacolo della Lotteria Italia ha registrato numeri da record: 8,6 milioni di biglietti venduti, 21 milioni di euro in palio e 280 premi distribuiti nell’edizione 2024-2025. Ma a sorprendere, più della fortuna, è la disattenzione. Esiste infatti una singolare categoria tutta italiana: quella dei vincitori smemorati. Fortunati inconsapevoli, distratti cronici o semplicemente disinteressati, questi cittadini lasciano ogni anno milioni di euro in biglietti non reclamati. E così, senza fare rumore, finiscono per regalare somme cospicue allo Sraro, che incassa i premi non riscossi.
Solo nell’ultima edizione, i premi non reclamati ammontano a 1.230.900 euro, ai quali si sommano 130.000 euro di premi giornalieri rimasti orfani di proprietario. Un ammontare che si è ormai trasformato in una consuetudine: la beffa dei biglietti vincenti mai riscossi è infatti una costante nella lunga storia della Lotteria.
Dal 2002 a oggi, secondo i dati forniti dall’agenzia specializzata Agimeg, i premi di prima categoria e quelli di consolazione mai incassati hanno generato un “tesoretto” silenzioso da oltre 32 milioni di euro. Cifre da capogiro che, anziché cambiare la vita di qualche fortunato vincitore, finiscono a rinforzare i bilanci dello Stato.
Tra gli episodi più eclatanti, resta impresso nella memoria il clamoroso caso del 2008, quando non fu mai riscosso il primo premio: ben 5 milioni di euro rimasti senza padrone. Una dimenticanza che costrinse lo Stato a una scelta unica nel suo genere: il premio fu rimesso in palio nell’edizione successiva. Da allora, però, i premi non incassati restano saldamente nelle mani dello Stato.
Non si tratta di eventi isolati: ad esempio, nel 2012, furono dimenticati quasi 3 milioni di euro, mentre nel 2015-2016 il conto salì a 2,9 milioni; nel 2014 invece,andarono persi 1,7 milioni di euro, tra cui un quarto premio vinto a L’Aquila, mai ritirato. Il paradosso è tutto italiano e lo Stato fa della sbadataggine collettiva una voce ricorrente di bilancio.
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