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06 Agosto 2025 - 14:40
Si apre un nuovo capitolo nel dibattito sull’applicazione della legge 194 in Italia. Il governo italiano ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale la recente norma approvata dalla regione Sicilia, che imponeva agli ospedali pubblici l’obbligo di assumere medici non obiettori di coscienza, per garantire piena applicazione del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza.
La norma, approvata a fine maggio, stabiliva che le aziende sanitarie e ospedaliere avviassero concorsi riservati esclusivamente a personale sanitario non obiettore, con l’obiettivo di superare gli ostacoli concreti che molte donne incontrano nel momento in cui decidono di interrompere una gravidanza. Prevedeva inoltre che, in caso di cambiamento di posizione da parte di un medico già assunto, fosse obbligatoria la sua sostituzione per assicurare continuità del servizio.
L’Esecutivo ha motivato il ricorso affermando che questa legge regionale, imponendo un vincolo sulla condizione etica e professionale del personale medico, di fatto esclude i medici obiettori di coscienza dai concorsi pubblici, violando il principio di uguaglianza e le normative nazionali sull’accesso alla professione.
La legge contestata nasce in un contesto sanitario complesso. La Sicilia è, secondo i dati ufficiali, la seconda regione italiana per percentuale di ginecologi obiettori di coscienza, con un tasso dell’81,5%, seconda solo al Molise.
In teoria, la legge 194 prevede che l’aborto sia garantito da tutte le strutture pubbliche, ma nella pratica l’elevato numero di obiettori rende l’accesso non uniforme sul territorio nazionale. A oggi, non esistono obblighi a livello statale che impongano l’assunzione di personale sanitario non obiettore, lasciando quindi alle singole strutture la gestione del servizio, con esiti spesso molto disomogenei.
Il ricorso del Governo apre un conflitto tra diversi piani normativi: da un lato, il diritto alla libertà di coscienza del personale medico, dall’altro il diritto delle donne all’accesso effettivo e garantito ai servizi previsti per legge.
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