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Approvato il progetto definitivo dello Stretto di Messina: ora serve il via libera della Corte dei Conti

Passaggio decisivo, ma non ancora conclusivo. Si aspetta il sì della Ragioneria di Stato e Corte dei Conti

Approvato il progetto definitivo dello Stretto di Messina: ora serve il via libera della Corte dei Conti

È stato approvato il progetto definitivo per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. A dare l’ok è stato il Cipess – il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile – l’organo che valuta la spesa per le grandi opere pubbliche. Si tratta del punto più avanzato mai raggiunto dallo Stato nell’iter di realizzazione dell’infrastruttura, una tappa fondamentale per poter procedere con gli espropri e, in seguito, con l’apertura dei cantieri.

Il governo ha destinato al progetto 13,5 miliardi di euro, cifra che comprende sia la costruzione del ponte che le opere accessorie. Il passaggio approvato dal Cipess, però, non rende ancora operativo il progetto: la delibera dovrà ora passare alla Ragioneria dello Stato e successivamente alla Corte dei Conti, che dovrà effettuare il controllo formale necessario per la cosiddetta “bollinatura”. Solo a quel punto il provvedimento potrà essere pubblicato in Gazzetta ufficiale e acquisire efficacia. I tempi medi stimati per questa fase sono di circa due mesi.
Il progetto prevede la realizzazione del ponte a campata unica più lungo del mondo, con una lunghezza complessiva di 3.660 metri e una campata sospesa di 3.300 metri. Le torri di sostegno dovrebbero raggiungere un’altezza di 399 metri, composte da due piloni collegati da tre travi orizzontali. La struttura è pensata per resistere a venti fino a 300 chilometri orari, una soglia ben oltre la velocità massima registrata nell’area dello Stretto, che risale al 1991 con 128 chilometri orari.

Dal 2021, anno in cui il governo ha rilanciato l’ipotesi del ponte, il progetto è stato oggetto di numerose contestazioni da parte di comitati civici e ambientalisti, che hanno inviato più segnalazioni all’Unione Europea in merito ai potenziali impatti ambientali nell’area dello Stretto. Restano centrali nel dibattito pubblico anche le questioni legate alla resistenza sismica, alle stime sul traffico ferroviario e automobilistico previsto, e al rapporto costi-benefici dell’opera.

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