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lo sciopero
08 Agosto 2025 - 09:30
Sabato 9 agosto, nel week-end che precede Ferragosto, i bagnini di salvataggio di Rimini hanno proclamato uno sciopero per l’intero turno di lavoro, con l’obiettivo di lasciare le spiagge senza sorveglianza dalle torrette e di organizzare un corteo sul lungomare della città romagnola, dalla zona del bagno 36 fino a Piazzale Boscovich, vicino al porto. La protesta, promossa dalla Filcams-Cgil, nasce da una vertenza che ormai dura da due stagioni e riguarda la sicurezza della balneazione sulle coste riminesi. Secondo il sindacato, infatti, l’eliminazione della tradizionale pausa pranzo – che dalle 12.30 alle 14.30 garantiva un momento di riposo per i bagnini – è stata sostituita da un servizio con presidio dimezzato. Di conseguenza, ogni bagnino si trova ora a vigilare su uno specchio d’acqua molto più ampio, di circa 300 metri anziché i 150 metri previsti dalla normativa, con conseguenti rischi per la sicurezza di bagnanti e soccorritori.
Tuttavia, lo sciopero rischia di non avere luogo. A chiarirlo è stato Mauro Vanni, presidente della cooperativa Bagnini Rimini Sud e anche presidente di Confartigianato Imprese Demaniali, che ha spiegato come “il salvataggio sia un servizio pubblico essenziale”. Per questo motivo, ha aggiunto, “non possono scioperare perché verrebbe a meno un servizio pubblico essenziale e l’astensione comporterebbe il rischio di una penale molto grave”. Vanni ha raccontato che i datori di lavoro e la Prefettura stanno collaborando per comunicare formalmente a tutti i bagnini di salvataggio che lo sciopero non è consentito, con la conseguente “denuncia penale” per chi dovesse decidere comunque di aderire alla protesta.
Il presidente di Confartigianato ha poi riferito che anche il sindacato è stato informato e che durante un’assemblea spiegherà ai lavoratori la situazione. Vanni ha però concluso con una nota di prudenza: “Se qualcuno dovesse decidere di scioperare lo farà assumendosi tutte le responsabilità”.
L’estate 2025 si conferma dunque complicata per il settore balneare riminese, già alle prese con le incertezze sulle concessioni e con numeri di presenze turistiche giudicati insoddisfacenti dagli operatori locali. La protesta dei bagnini è l’ennesima manifestazione di disagio legata a un settore strategico per l’economia della riviera romagnola.
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