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Dumsedafé

Il 43% delle famiglie torinesi vive grazie ai soldi dei nonni

Maria Pia Schieroni sull‘ invecchiamento: aspetti clinici, sanitari e sociali

Il 43% delle famiglie torinesi vive grazie ai soldi dei nonni

Maria Pia Schieroni

Nelle sale storiche del circolo dell’Unione Industriali, si è consumato ieri l’ultimo incontro dell’associazione Dumsedafé, coordinata da sempre dall’instancabile Piero Gola. Non un’agape natalizia, ma un momento conclusivo di una stagione particolarmente intesa che tra i vari appuntamenti, ha visto quello agli Asili Notturni di via Ormea. E proprio a Sergio Rosso, anima e corpo degli “Asili” si è rivolto Gola nella sua introduzione: «Sergio merita ben più di un plauso e un ringraziamento per quella visita che ha segnato ciascuno di noi. Dumsedafé non è un ente benefico, ma un incontro come quello in via Ormea è stato certamente d’impulso, per ciascuno di noi, per manifestare anche tangibilmente la propria riconoscenza per l’impegno profuso da Rosso e dalla sua associazione a favore degli ultimi”. L’ultimo incontro, invece, si è sviluppato attorno ad una corposa e puntuale lectio magistralis della professoressa Maria Pia Schieroni sul tema: «Considerazioni in ordine ad una popolazione che sta invecchiando». Maria Pia Schieroni, specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa, Primario Emerito dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza, già Direttore della Struttura Complessa di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Ospedale Molinette, ha affrontato un tema complesso che investe le famiglie italiane: la sanità pubblica e privata e gli interventi socio sanitari.

Sotto forma di “intervista della settimana”, questo giornale proporrà nei prossimi giorni l’intervento completo della professoressa. Intanto ci sono i dati che Schieroni ha diffuso nel suo intervento e che riguardano una popolazione che invecchia sempre di più: «Attualmente - ha sottolineato la relatrice - l’aspettativa di vita per gli uomini è di 81,4 anni, mentre per le donne è di 85,5. Significativo è un altro dato, cioè che tale aspettativa cresce di cinque mesi ogni 12, che è moltissimo. Emerge con chiarezza che l’aspettattiva di vita delle donne è superiore. Per contro, però, la popolazione di sesso femminile presenta un maggior numero di polipatologie. Un altro indice significativo è quello che riguarda l’aspettativa di vita in buona salute che è cresciuto a 59 anni». La relazione ha anche sviluppato il tema delle patologie caratteristiche e più frequenti negli anziani, dalle malattie cardiache e respiratorie alla demenza senile, alle cadute «che per un anziano - ha spiegato Schieroni - sono eventi traumatici gravi che possono modificare gli stili di vita successivi e, ovviamente, la qualità della vita». La relatrice ha poi elencato e spiegato ciò che la sanità fa per la popolazione anziana, ciò che andrebbe migliorato nell’offerta e ha delineato nuovi scenari in campo socio sanitario. L’invecchiamento è ineluttabile e non si può fermare, ma gli anziani rappresentano per le famiglie una vera ricchezza, non soltanto da un punto di vista economico (attualmente il 43% dei nuclei famigliari riesce a mantenere un tenore di vita accettabile proprio grazie ai risparmi e alle pensioni dei nonni), ma anche di relazione e di ricchezza nei rapporti personali, grazie all’esperienza e a un modo di vedere le cose razionale e oggettivo.

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