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L'ANNIVERSARIO
09 Agosto 2025 - 09:50
Oggi, 9 agosto, la città di Nagasaki si ferma per riflettere su una delle pagine più buie della storia umana: l'ottantesimo anniversario del bombardamento nucleare del 1945. L'evento, che causò la perdita di decine di migliaia di vite civili e segnò la fine del secondo conflitto mondiale, è stato commemorato con una solenne cerimonia al Parco della Pace. Alle 11:02, ora locale, un profondo silenzio ha avvolto la città, nel momento esatto in cui l'ordigno atomico esplose.
Alla cerimonia hanno preso parte delegazioni da 94 Paesi, superando le tensioni dello scorso anno, quando l'assenza di un invito a Israele aveva causato un boicottaggio da parte di alcune nazioni. L'atmosfera, seppur solenne, è stata un'occasione per ribadire un messaggio di unità e pace.
Nel suo intervento, il sindaco Shiro Suzuki ha rivolto un forte invito alla comunità internazionale, chiedendo ai leader mondiali di elaborare un piano concreto per bandire le armi nucleari. Ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale svolto dai "Nihon Hidankyo", i sopravvissuti, che con il loro Premio Nobel per la Pace hanno dimostrato l'importanza di una collaborazione sociale per la causa. Anche il premier Shigeru Ishiba ha ribadito l'impegno del Giappone a non possedere, produrre o ospitare armi atomiche, promettendo che il Paese guiderà gli sforzi globali per un futuro senza questi ordigni. Tuttavia, il suo discorso non ha menzionato l'adesione al trattato ONU sul divieto delle armi nucleari, una mossa auspicata da tempo dalle città di Hiroshima e Nagasaki.
A fare eco a queste parole, la rappresentante ONU Izumi Nakamitsu ha sottolineato l'importanza di strumenti diplomatici e di dialogo come base per il disarmo. Intanto, il tempo continua a scorrere anche per i testimoni diretti di quella tragedia. Le ultime stime indicano che il numero degli "hibakusha", i sopravvissuti ufficialmente riconosciuti, è sceso per la prima volta sotto quota 100.000, con un'età media che supera gli 86 anni. Un dato che ci ricorda la necessità di agire ora, prima che la loro memoria si affievolisca.
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